Economia
Ast, mire straniere sull'acciaio di Terni.Marcegaglia in pole col golden power
Rumors: in data room gli spagnoli di Acerinox, i sudcoreani di Posco, i cinesi di Baosteel, i finlandesi di Outokumpu, Aperam e...
Il gruppo Marcegaglia è in pole position per mettere le mani sull'Acciai Speciali Terni (Ast), controllata che i tedeschi della Thyssenkrupp hanno messo in vendita. In pole position, anche perché come spiegato dal ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti sullo stabilimento siderurgico umbro che dà lavoro a 2.350 operai incombe il jolly del golden power che il governo italiano può giocare. I motivi? Tutelare la produzione dell'acciaio strategica per la manifattura nazionale ed evitare il ripetersi di altri episodi-giochini come l'incursione all'ex Lucchini di Piombino degli algerini della Cevital, il cui unico obiettivo era quello di mettere fuori gioco un concorrente e costringere i clienti italiani a rifornirsi a un prezzo maggiore presso i propri stabilimenti all'estero.
E anche per l'Ast lo scenario del golden power è alquanto probabile perché da Terni, dove è in corso in queste ore la data room pre-vendita dell'asset, sta rimbalzando l'indiscrezione che la procedura messa in piedi dai tedeschi sia piuttosto affollata.
Secondo alcune fonti è un rumors fatto circolare ad arte direttamente dai tedeschi per sostenere il prezzo dell'Ast che in caso di asta quasi deserta, anche per lo spauracchio golden power che incombe, la Thyssen non riuscirebbe a tenere alto. Per altre fonti invece, è la diretta conseguenza di una fase come questa: è tipico infatti della data room, in corso nelle ultime settimane, nel settore siderurgico, avere i concorrenti, ancora non soggetti ad obblighi prima del bando di vendita, che corrono a guardare i conti per capire la situazione dei diretti competitor.
Così, oltre al gruppo italiano di Mantova il cui interesse è stato ribadito ancora due giorni fa dal presidente Antonio Marcegaglia, pare che in data room per l'Ast stiano facendo capolino alcuni dei soggetti stranieri che negli ultimi mesi hanno mostrato interesse per lo stabilimento ternano. Ovvero gli spagnoli di Acerinox, il colosso con base in lussembrugo Aperam Steel, i sudcoreani di Posco, i cinesi di Baosteel, gli americani di United States Steel e i finlandesi di Outokumpu.
A quanto risulta, la fase dello scambio di documenti durerà ancora un mese, poi da metà maggio inizierà la fase dell'invio delle offerte non vincolanti. Thyssenkrupp poi passerà all'esame delle offerte, invitando i concorrenti a mettere sul tavolo quelle vincolanti. Una procedura che deve concludersi entro l'anno, con il passaggio alla nuova società.
L'intento dello Stato, che sta monitorando con attenzione la vendita (c'è anche un tavolo di crisi ad hoc al Mise), è quello di assicurare un piano industriale che metta in moto investimenti con risorse importanti, in grado di valorizzare ulteriormente impianti e produzioni a Terni, impianto funestato negli anni dalla cassa integrazione.
Qualora la nuova proprietà non dovesse assicurare all'Ast questo tipo di futuro, è pronto il golden power che, spiegano ad Affaritaliani.it dal dicastero di Giorgetti, all'atto pratico potrebbe tradursi in un coinvestimento in minoranza (come la formula Corneliani-Invitalia) con un partner industriale italiano. E a Mantova, dove fa gola la fabbrica ternana che fornisce il 30% dell'acciaio che Marcegaglia poi lavora a freddo, così dormono sonni tranquilli.
@andreadeugeni