Economia
Aston Martin, la ricetta Ducati fa flop. Ma per Bonomi sarà un successo

Investindustrial ha applicato la “ricetta Ducati” al produttore di lusso Uk che però sta incontrando qualche difficoltà e Aston Martin piace a Geely e...
Le auto di lusso europee piacciono ai ricchi cinesi e Geely, già proprietaria di Volvo e Lotus, prova a rafforzarsi ulteriormente facendo la corte ad Aston Martin. Il produttore inglese controllato da Investindustrial, società di private equity di Andrea Bonomi, avrebbe già intavolato le prime trattative ed anzi, riferisce il Financial Times, Geely starebbe già conducendo una due diligence sui conti di Aston Martin, che pochi giorni fa aveva lanciato un “warning” sui risultati dell’esercizio appena concluso prevedendo “vendite più basse, costi più alti e margini ridotti” che porteranno ad un dimezzamento dell’utile netto a 110 milioni di sterline. Oltre alla debolezza del mercato pesa su Aston Martin l’elevato indebitamento (900 milioni di sterline a fronte di soli 100 milioni di liquidità), legato agli investimenti sostenuti per espandere la gamma e costruire un nuovo impianto produttivo in Galles per la produzione del Suv Dbx.
Una strategia elaborata dal Ceo, Andy Palmer, in sintonia con Bonomi, che col produttore britannico ha finora replicato la “ricetta Ducati” ossia risolvendo prima i problemi di distribuzione e poi rilanciando oltre alla produzione anche il marchio, col ritorno alle massime competizioni sportive (la Formula Uno col team Red Bull).
Certo il mix vendite deboli e debito elevato può spaventare i mercati, come testimoniato dalla caduta delle quotazioni di Aston Martin, ma non Bonomi che, dopo aver rilevato nel 2012-2013 una quota di capitale 37,5% per 190 milioni di sterline (pari ad una valutazione di circa 510 milioni di sterline per il 100%), ha ceduto un 6,5% in occasione dell’Ipo sul listino londinese dell’ottobre 2019 (Aston Martin venne collocata a 19 sterline a titolo, pari ad una valutazione per il 100% del capitale di 4,33 miliardi) e poi ha approfittato del calo per riacquistare, a 10 sterline a titolo, il 3% con un investimento totale di 68,4 milioni di sterline, risalendo così dal 31% al 34%.
L’attuale situazione di debolezza non sembra inoltre scoraggiare i potenziali acquirenti, tanto che prima di Natale era già circolata voce di un interesse da parte del patron del team Racing Point di Formula Uno, Lawrence Stroll che sempre il Financial Times ha indicato essere pronto a investire 200 milioni di sterline in cambio del 19,9% del capitale, sulla base di una valutazione di poco superiore al miliardo di sterline che appare in linea con l’attuale capitalizzazione di borsa del titolo e forse sarà troppo bassa.
(Segue...)