Atlante Due, Renzi e Padoan perdono pezzi: l'Inarcassa non partecipa
I commercialisti, gli ingegneri e gli architetti non vogliono partecipare al Fondo Atlante Due che deve acquistare gli Npl delle banche più fragili
di Andrea Deugeni
@andreadeugeni
Prima i commercialisti. Ora, gli ingegneri e gli architetti. Atlante due perde pezzi, con grosso imbarazzo del Ministero del Tesoro che attorno alla partecipazione delle ricche Casse di Previdenza (con 500 milioni) cosiddette private riunite nell’Adepp (70 miliardi di patrimonio attuale e quasi 2 milioni di contribuenti) voleva costituire il quintetto base del secondo fondo gestito da Questio Sgr per alleggerire il sistema bancario italiano dal grosso fardello delle sofferenze e per cui si prefigura anche un intervento nella delicata partita Mps se le varie reginette del rating Fitch, Moody's e Standard&Poor's, dovessero fare qualche scherzetto scombinando il tranching disegnato da Fabrizio Viola e riducendo il perimetro della parte senior della cartolarizzazione.
Nessuna partecipazione di Inarcassa (Cassa nazionale di previdenza ed assistenza per gli ingegneri ed architetti liberi professionisti) al Fondo Atlante Due. Il consiglio di amministrazione di Inarcassa, riunitosi nella mattina del 29 luglio, ha deliberato all'unanimità la non partecipazione al nuovo fondo di investimento gestito da Questio. In particolare, dopo aver confrontato l'asset allocation e le procedure interne relative alle politiche finanziarie, Atlante Due è stato valutato non adeguato ai criteri di prudenzialità e non in linea con i parametri d'investimento applicati dall'Ente. Il Consiglio, che non ha ceduto dunque alla moral suasion del Tesoro accompagnata da qualche promessa a interventi di scambio futuri, ha ribadito l'impegno di Inarcassa ad investire nell'economia reale a condizione che rischi e rendimenti siano in linea con le aspettative di crescita di un patrimonio che deve garantire il futuro previdenziale degli architetti e ingegneri liberi professionisti.
Stamane, anche i consumatori hanno espresso la loro contrarierà a un coinvolgimento voluto dal Governo Renzi delle casse previdenziali per rimpinguare la casse di Atlante Due. "Ribadiamo con decisione la nostra contrarieta' a forme di intervento poco chiare e trasparenti per risolvere le problematiche di Mps. In particolare riteniamo inaccettabile che partecipino al fondo Atlante Due le risorse della Cassa Depositi e Prestiti e delle casse previdenziali dei professionisti. Un intervento pasticciato e poco chiaro che, per rimettere in ordine i conti di Monte dei Paschi, mette mano alle risorse della Cdp (e quindi del Ministero dell'Economia) e si sottragga un tranquillo futuro ai professionisti che per una vita hanno versato i contributi".
L’Adepp il 25 luglio ha deliberato di “sostenere l’iniziativa Atlante Due”, toccando poi ai Cda dei singoli enti previdenziali decidere l’investimento per 500 milioni di euro, ma il 6% di rendimento in epoca di tassi a zero ipotizzato (tutto da dimostrare visto che per molti è assolutamente irrealistico) e sventolato come lauto guadagno da Via XX Settembre per attrarre le Casse di Previdenza non è bastato a convincere alcune categorie e, a quanto pare, anche alcune assicurazioni come Generali, che dopo aver ipotizzato un iniziale chip di 400 milioni (da aggiungersi ai 180 già messi in Atlante Uno), ha ufficializzato venerdì la sua partecipazioni ma solo fino a 200 milioni (quindi, alla fine i soldi messi possono anche esser di meno). Stress test passati, ma nonostante i messaggi rassicuranti di Banca d'Italia sulla buona qualità dei nostri non performing loans i grossi investitori istituzionali si tirano indietro. E alcuni sembrano dire: vai avanti tu che mi che da ridere.