Economia
Atlantia, chiesti 13 mln a Castellucci.Il mercato non crede all'intesa con Cdp
Il Cda sospende i pagamenti all’ex Ad Castellucci e richiede indietro quanto già versato
Primi nove mesi in rosso e raffica di vendite in Borsa per Atlantia, dopo che la holding infrastrutturale dei Benetton è tornata al centro dell'attenzione per gli arresti degli ex vertici e le indiscrezioni sulle trattative in stallo con Cdp. I titoli hanno perso il 4,87% a 14,175 euro a fine seduta facendo registrare la peggiore prestazione tra le blue chip di Piazza Affari.
Le indagini sulle barriere fonoassorbenti, che hanno portato all'arresto dell'ex amministratore delegato di Atlantia, Giovanni Castellucci, hanno rivelato gravi manchevolezza nella manutenzione della rete autostradale. E sebbene il nuovo amministratore delegato, Roberto Tomasi, abbia assicurato che si tratta di un tema legato esclusivamente al passato, gli investitori temono possa avere conseguenze nelle trattative tra Atlantia e Cdp su Autostrade per l'Italia.
La Cassa potrebbe infatti fare un passo indietro per non assumersi rischi legali che i recenti sviluppi rendono più concreti e che non sarebbe possibile quantificare, rischi che varrebbero comunque più del miliardo ipotizzato da qualche consulente di Cdp, mentre sul fronte politico si torna a parlare dell'ipotesi di revoca della concessione. Dopo la chiusura delle negoziazioni la società ha dichiarato di non ritenere "probabile la revoca della concessione per Aspi" e di considerare invece "ragioneviolmente probabile un accordo con il Governo italiano". Ma il mercato sembra non crederci.
Intanto, sul business, il gruppo ha annunciato anche i conti dei 9 mesi, chiusi con ricavi operativi pari a 6,223 miliardi, in diminuzione del 29% (-26% su base omogenea) rispetto ai primi nove mesi del 2019. La perdita di pertinenza del gruppo è pari a 718 milioni, rispetto all'utile rilevato nei primi nove mesi del 2019 pari a 1,038 miliardi.
Sul fronte dell'inchiesta sulle barriere, il cda ha espresso "profondo sconcerto e totale riprovazione per i comportamenti e le affermazioni emerse nell'ordinanza di misure cautelari di alcuni dipendenti di Aspi e Spea - di cui alcuni in posizioni rilevanti ancorche' da tempo non piu' in servizio - emessa dal Gip di Genova lo scorso 11 novembre, nell'ambito dell'indagine sulle barriere fonoassorbenti "Integautos" installate sulla rete autostradale" e ha incaricato, congiuntamente alle società del gruppo coinvolte, professionisti legali esterni di primario rilievo di verificare la sussistenza di comportamenti, da parte di dipendenti ed ex dipendenti di alcune controllate non conformi alla legge, al Codice Etico, a norme e regolamenti aziendali, indipendentemente dalla loro rilevanza penale.
Per questo motivo, Atlantia e la controllata Autostrade per l'Italia procederanno a richiedere alla Procura di Genova gli atti sottostanti all'ordinanza e a verificare gli atti gia' notificati alle societa'. Qualora dalla valutazione emergano comportamenti non conformi alle norme, ai principi e ai valori della societa' e del Gruppo, verranno adottate le seguenti azioni: provvedimenti disciplinari, sino alla risoluzione del rapporto di lavoro; interruzione del pagamento delle spese legali, qualora i fatti accertati connotino un qualsiasi esercizio improprio dlle funzioni assegnate; esercizio delle clausole di claw-back, ove presenti; richiesta di eventuali ulteriori danni, ivi inclusi quelli reputazionali.
Infine, con riferimento all'accordo di risoluzione consensuale con l'ex amministratore delegato Giovanni Castellucci, stipulato il 17 settembre 2019, "il cda ha deciso di sospendere il pagamento di qualsiasi residuo importo previsto nel predetto accordo e, riservata ogni ulteriore azione, ha deliberato di richiedere la restituzione di quanto gia' pagato, da ultimo a seguito dell' ordinanza del 14 ottobre scorso del Giudice del Lavoro di Roma che ha respinto il ricorso della società finalizzato alla sospensione del pagamento della seconda rata (effettuato il 2 gennaio 2020, ndr), deliberata dal consiglio del 13 dicembre 2019". In tutto, la buonuscita del manager stabilita a metà settebre dello scorso anno era di oltre 13 milioni di euro a cui si sono aggiunte le competenze di fine rapporto maturate durante gli oltre 18 anni di permanenza del manager ai vertici della galassia autostrade.
Il board di metà settembre 2019 aveva deciso di pagare quanto dovuto al manager in quattro rate: la prima contestualmente alla sottoscrizione dell’accordo (il 17 settembre 2020), la seconda il 2 gennaio 2020, la terza il 2 gennaio 2021 e la quarta il 2 gennaio 2022.