Dazi, Trump manda in rovina l'automotive europeo. Volkswagen, Bmw e Mercedes tra le vittime - Affaritaliani.it

Economia

Dazi, Trump manda in rovina l'automotive europeo. Volkswagen, Bmw e Mercedes tra le vittime

L'industria automobilistica del Vecchio Continente tra le vittime della guerra commerciale dei dazi tra Ue e Stati Uniti: ecco che cosa rischi l'intero comparto

di Francesco Crippa

Non solo dazi, anche l'Iva europea è vista come una barriera verso i veicoli Usa. L'analisi 

Quella che assomiglia sempre più a una guerra commerciale tra Unione europea e Stati Uniti potrebbe presto mietere una vittima illustre: l’industria automobilistica del Vecchio Continente. A inizio febbraio, infatti, Donald Trump ha annunciato l’intenzione di voler introdurre dazi equivalenti a quelli applicati da altri paesi verso gli Usa. Promessa, questa, che avrebbe ricadute importanti sull’automotive. Attualmente, la tariffa applicata da Bruxelles ai veicoli importati dagli Usa è del 10%, mentre quella di Washington sulle auto che vengono dall’Europa è solo del 2,5%.

Il costo di esportazione verso gli Usa, dunque, quadruplicherebbe, risultando una mazzata per i produttori europei, già alle prese con altri problemi. Le norme Ue sulle emissioni, l’obiettivo di vendere una determinata percentuale di auto elettriche, la competizione cinese e il calo della domanda interna stanno infatti mettendo in difficoltà i produttori. “Siamo profondamente preoccupati per la possibile imposizione di tariffe da parte degli Stati Uniti”, ha quindi commentato Sigrid de Vries, segretario generale di Acea, l’Associazione europea dei costruttori di automobili. Invece che darsi pan per focaccia, questo il suo punto, “l’Ue e gli Usa dovrebbero lavorare insieme per un grande accordo per evitare un potenziale conflitto commerciale”.

In questo senso, una proposta di dialogo è arrivata da Bmw. A fine gennaio la ditta bavarese ha chiesto all’Europa di tagliare le proprie tariffe, in modo da eguagliare quelle statunitensi. Bmw è tra i produttori più interessati al tema, perché ha una forte presenza negli Usa sia a livello produttivo che commerciale. La sua proposta, però, difficilmente verrà presa in considerazione. Secondo il principio della nazione più favorita adottato dall’Organizzazione mondiale del commercio, l’Ue si troverebbe probabilmente obbligata a estendere il dazio al 2,5% anche alla Cina, servendo un assist colossale a Pechino. Tuttavia, le ultime mosse della Commissione europea contro la Repubblica popolare, con tariffe fino al 35%, portano a escludere questa possibilità.

In ogni caso, davanti alla minaccia trumpiana sono soprattutto le case tedesche a essere più a rischio. Secondo i dati di Jato Dynamics, nel 2023 il trio Volkswagen, Bmw, Mercedes-Benz ha rappresentato il 73% dei circa 820mila veicoli esportati negli Usa, dato che rende la Germania il principale esportatore europeo di auto verso Washington, seguita dall’Italia e dalla Slovacchia.

L’aumento dei dazi da parte americana, tra l’altro, non è l’unico punto della questione. Parlando a Fox News lunedì 10 febbraio, il vicecapo dello Staff della Casa Bianca Stephen Miller ha puntato il dito contro l’iva europea, vista come un’altra barriera verso i veicoli Usa. “Tra iva e dazi, l’auto è tassata al 30%”, ha detto. “Un’auto tedesca, o europea, spedita in America, è tassata al 2,5%, praticamente zero. Questo è uno dei motivi principali per cui l’industria automobilistica statunitense è stata martellata e ha perso posti di lavoro per così tanto tempo”, ha aggiunto Miller. Per cui, “se [gli europei, ndr] vogliono pagare meno del 30%, dovranno abbassare le loro barriere, in modo che sia giusto e paritario”.

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