Economia
Autostrade, Beniamino Gavio s'offre. L'ipotesi è quella della rete ligure
“Noi in Autostrade? Se il governo ce lo chiede siamo a disposizione”. Parola di Beniamino Gavio. Il governo sembra essersi infilato in un vicolo cieco: per provare a salvare Alitalia chiede soldi ad Atlantia che in cambio pretende che sia accantonata la revoca della concessione ad Autostrade per l’Italia, ma il M5S continua a rinviare entrambe le questioni per non ingoiare il rospo. Un'ipotesi era quella che Aspi rinunciasse, d’intesa con il Governo, alla parte ligure della sua rete mentre, in una sorta di scambio, verrebbe accantonata la procedura di revoca. Anche se quest'accordo andasse in porto resterebbe dadecidere chi e come potrebbe subentrare ad Aspi nella gestione della sua ex rete ligure. Ed è forse a questo dossier che pensa Gavio quando dice di essere a disposizione. La domanda di fondo è la seguente: che cosa dovrebbe fare lo Stato quando scadono le concessioni? Tutte prevedono che, una volta costruita e ammortizzata un’autostrada questa venga devoluta gratuitamente allo Stato concedente a fine concessione, salvo l’eventuale indennizzo di subentro. Ma sinora non è mai avvenuto: si sono sempre concesse proroghe o, in casi rarissimi, lo Stato ha messo a gara l’assegnazione di una nuova concessione.
Nessuna norma Ue impone che lo Stato assegni una nuova concessione con gara: potrebbe benissimo riprendersi l’infrastruttura e gestirla “in house”. I pedaggi che si pagano su autostrade già ammortizzate sono essenzialmente delle imposte e non si vede perché si debbano delegare i concessionari a riscuoterle. Ma il fatto è che manca sia una politica sia un ente statale che è legittimato e attrezzato a rilevare l’infrastruttura “devoluta” dal concessionario cessante, e per questo al termine di ogni concessione lo Stato chiede al concessionario di continuare la gestione, a volte per anni.
Lo Stato, riprendendosi l’autostrada, potrebbe decidere di azzerare il pedaggio o di ridurlo al solo costo di manutenzione, e assegnare in gara la manutenzione ed eventualmente l’esazione senza creare alcun “carrozzone” pubblico. Per far questo, si legge su Il Fatto Quotidiano, occorre però, oltre alla volontà politica, un ente pubblico che rilevi l’infrastruttura e agisca come ente appaltante. Se esistesse un tale ente, lo Stato potrebbe rilevare rapidamente la rete ligure di Aspi senza dover far gare e senza dover chiedere a Gavio (o ad altri) di gestire quella rete in proroga. Anzi, lo Stato potrebbe rilevare proprio dal gruppo Gavio le due autostrade (Ativa e Torino-Piacenza) con concessioni già scadute da anni.