Economia
Banca Marche si poteva salvare. La scomoda verità sul crac
Se non ne foste ancora convinti nonostante il numero consistente di titoli cancellati per questo motivo anche solo negli ultimi 15 anni dal listino di Milano (tra cui la stessa Banca Etruria) dovreste forse tenere a mente che in settimana un gruppo "solido" come Old Mutual ha accusato in una sola seduta (giovedì) una perdita del 10,85%, colpita dalla notizia del siluramento a sorpresa di Nhlanhla Nene, fino a quel momento ministro delle Finanze del Sud Africa, paese in cui la compagnia ha la sua sede principale, la cui rimozione mette in dubbio il rispetto della disciplina finanziaria finora perseguita ed ha subito provocato una caduta del rand sudafricano del 2,5% contro le principali valute.
Che insegnamento si può trarre dunque dalla vicenda delle "banche risolte", tanto più che dal primo gennaio saranno pienamente in vigore le norme europee sul "bail in" che prevedono che prima di qualsiasi intervento di fondi pubblici sarà chiesto ad azionisti, obbligazionisti (anche quelli "senior" che in questo caso sono stati risparmiati) e titolari di conti correnti oltre la soglia dei 100 mila euro (che anche in questo caso non hanno avuto danni) di subire perdite più o meno consistenti? Anzitutto che gli investimenti per avere senso debbono essere proporzionati al grado di rischio che potete permettervi. Poi che gli investimenti debbono essere distribuiti sia che compriate azioni, obbligazioni o titoli di stato, sia che puntiate su fondi comuni d'investimento o altri strumenti gestiti (che certamente riducono già il rischio perché lo distribuiscono su portafogli più ampi, ma corrono ugualmente un rischio legato al possibile fallimento dell'intermediario).
E poi che dovete informarvi prima, durante e dopo ogni decisione d'investimento. Perché soprattutto ora che i tassi sono così bassi la tentazione di puntare su strumenti più rischiosi pur di ottenere un rendimento accettabile è forte ma è molto pericolosa. Per questo c'è da augurarsi che almeno gli investitori istituzionali e in particolare le gestioni assicurative e i fondi pensione non si facciano prendere la mano, come purtroppo già si sta notando in paesi come Norvegia e Canada dove pur di ottenere rendimenti "interessanti" vi sono fondi pensione che stanno investendo in immobili o in strumenti derivati, quando non in partecipazioni in società non quotate. Tutte ipotesi che vanno valutate attentamente, in relazione alle necessità e al profilo di rischio di ciascun investitore per evitare brutte sorprese ex post.
Luca Spoldi