Economia

Bancarotta Ftx come Lehman Brothers? Il mondo delle criptovalute traballa

di Vincenzo Caccioppoli

Dopo il crac finanziario di Ftx, il ceo Sam Bankman Fried starà già rimpiangendo il successo? Ora la palla passa alle autorità finanziarie

D’altra parte l'eccentrico giovane miliardario, figlio di professori universitari della prestigiosa Stanford University, laureato in matematica all’altrettanto prestigioso Mit di Boston, da subito aveva mostrato doti non comuni per quanto riguarda il fiuto per investimenti e per il trading in derivati. Nel 2017 dopo aver fondato una compagnia di trading Alameda Research, quasi per caso ha avuto i primi approcci con le criptovalute, di cui sapeva poco o niente, ma che lo hanno interessato solo come grande opportunità per fare immediati e lauti guadagni, l’unica vera motivazione che lo spingeva ad occuparsi di finanza.

Ma molti ricordano anche le sua grandi doti di filantropo (avrebbe donato circa 30 milioni di dollari a diverse cause umanitarie) vegano e grande sostenitore del partito democratico, come dimostra il suo ingente finanziamento della ultima campagna presidenziale del candidato del partito dell’asinello, Joe Biden, sperando forse anche in atteggiamento molto più morbido verso il settore delle criptovalute ( che Trump ha sempre osteggiato fortemente), una volta eletto presidente. Ma i democratici fin da subito si sono mostrati sempre molto critici verso il mercato delle criptovalute, considerato da alcuni senatori, come la potente Elizabeth Warren un serio rischio per la stabilità finanziaria globale.

La Sec l'autorità di borsa americana da tempo chiede al governo e al Congresso una seria legge che regolamenti un settore, cresciuto a dismisura negli ultimi anni, senza adeguati controlli e regole per garantire investitori e sistema finanziario. nel marzo scorso proprio il presidente americano Joe Biden ha emanato un ordine esecutivo in cui chiedeva espressamente al Congresso di riunirsi per deliberare sul tema delle regole del settore, che vale più di 2000 miliardi di dollari.

E’ assai probabile che dopo questo caso, il Congresso appena rinnovato ed a maggioranza democratica prenda di petto la situazione per regolare il settore, per evitare il ripetersi di casi come appunto quello di Ftx. L’exchange americano fondato da Banksman non aveva autorizzazioni per operare in usa e per questo aveva stabilito la sua sede ad Hong Kong. Ma questa è una pratica comune nel mondo delle crypto. Binance, il primo Exchange al mondo ha la sede legale alle Cayman, e anche per questo lo scorso anno,la FSA, l'autorità di controllo della Borsa inglese, ne ha vietato l’operativa nel Regno Unito.

La stessa Binance che sarebbe stata all’origine del crollo di Ftx, dal momento che ha deciso di liquidare le sue posizioni sul token Ftx ( per un controvalore di circa 550 milioni di dollari), scatenando il panico tra gli investitori, che sono corsi a ritirare i propri fondi, determinando un effetto a catena che ha portato alla bancarotta per insolvenza di Ftx. Binance che poi ha cercato di acquistare il concorrente, rinunciando però dopo aver analizzato la situazione disastrosa dei suoi conti aziendali.

Il rischio tutt’altro che improbabile che ci possa un effetto domino, come già si è visto in queste ore, con alcune grandi aziende rivali, come Crypto.com, che hanno visto il loro valore crollato di oltre il 30% in poche ore. Mentre altri cercando di correre ai ripari tranquillizzando i propri clienti, come l'exchange Bitget, che ha istituito un fondo da 5 milioni di dollari, per supportare le perdite dei propri tr.

Le autorità finanziarie, che da alcune settimane avevano già messo sotto la lente Ftx, ora stanno indagando per capire se esistono profili di reato in quella che rischia di diventare la più grande bancarotta della storia delle criptovalute. Ma tutti ora trattengono il fiato, pensando a quello che potrebbe accadere, se a fallire fosse una delle grandi aziende che stampano le cosiddette stablecoin, valute digitali, che sono ancorate al valore di una moneta fiat e che hanno raggiunto valori elevatissimi.

A cominciare dalla più grande di tutte, Tether, che vali oltre 64 miliardi di dollari, e che secondo il Financial Times, non avrebbe la liquidita necessaria per coprire il valore dei suoi asset. La senatrice americana Elizabeth Warren in una audizione alla commissione finanze del Senato due mesi fa, aveva avvertito che proprio questa valute digitali avrebbero potuto rappresentare un rischio per la stabilità finanziaria mondiale, e sulla stessa lunghezza d’onda si era espressa poco dopo anche il segretario al tesoro, ed ex presidente della Fed, Janet Yellen, che ha proposto un quadro normativo proprio per regolamentare e limitare il ruolo e il peso delle stablecoin.