Banche, "accordo con l'Ue e rally in Borsa. Lo Stato in Mps e in Carige"
Banche, parla Massimo Gionso (consigliere delegato Cfo Sim)
"Sono ottimista, alla fine è interesse comune che gli stati siano coesi e trovino una soluzione affinché l'euro possa continuare ad esistere". Lo afferma ad Affaritaliani.it Massimo Gionso, consigliere delegato Cfo Sim, intervistato sulla trattativa tra l'Italia e la Commissione europea in merito al salvataggio delle banche. "Ogni stato troverà la soluzione migliore e anche la Germania non ha interesse a creare troppi problemi considerando la situazione di Deutsche Bank. D'altronde, malgrado i proclami e le dichiarazioni ufficiali, ognuno ha i suoi bubboni e quindi nessuno nell'Unione tirerà troppo la corda".
Secondo Gionso "l'intervento dello Stato italiano ci sarà 99 su 100 e potrebbe essere o diretto o mascherato". Sotto quale forma? "Potrebbe esserci attraverso la Cassa Depositi e Prestiti oppure con Atlante bis, ter, quater o comunque lo si voglia chiamare. Altri strumenti potrebbero essere soluzioni tipo di Monti bond comunque non potrà che esserci un intervento pubblico".
"Il primo istituto dal quale si partirà è certamente Monte dei Paschi, poi ritengo che anche Banca Carige possa essere interessata da un intervento pubblico. Sono invece convinto che la ricapitalizzazione di UniCredit sarà puro mercato e che lo Stato non interverrà. Ecco perché oggi (lunedì 11 luglio) UniCredit ha il segno meno a Piazza Affari. Chi vorrà partecipare dovrà mettere per forza mano al portafoglio", spiega Gionso. E Intesa SanPaolo? "Non vedo alcun problema, a meno che non le si voglia far ingoiare qualche 'pillola amara', ma non credo che accadrà".
Tornando a Mps, Gionso afferma senza mezzi termini: "Io toccherei anche le obbligazioni subordinate perché non siamo più al livello di Banca Etruria e ormai chi ha questi titoli sa perfettamente di che strumento finanziario si tratta e che cosa ha esattamente in mano. Rischi sistemici non ne vedo - ribadisce - ma andrebbe fatta una conversione delle obbligazioni subordinate in capitale e quindi in azioni con l'obiettivo di non far pagare il salvataggio ai soliti noti".
Infine i tempi. "Dovranno essere necessariamente molto veloci", afferma Gionso. "Entro la fine di luglio e quindi prima dell'inizio degli stress test tutto dovrà essere deciso o, quantomeno, incardinato e chiaro su come andràà a finire. Guai al mondo se ci fosse un ritardo e se i tempi fossero lunghi". E le ripercussioni in Borsa? "Se le cose andassero come ci aspettiamo e come spiegato in tempi rapidi, potrebbe esserci un vero e proprio rally dei titoli bancari a Piazza Affari", conclude.