Economia
Banche, dietro c'era la speculazione. Con Atlante attacco sventato
Effetto Atlante in Borsa. I bancari rimbalzano. Per il Fmi, il fondo è una misura che va nella giusta direzione. Altolà di Fitch
Fondo Atlante, Intesa pronta a mettere fino a 1,2 miliardi di euro/ "Intesa Sanpaolo è pronta ad intervenire in operazioni di questo tipo per un ammontare massimo
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Non si deve soltanto a un errore di comunicazione l'attacco in Borsa al sistema bancario italiano, ampiamente sottostimato a Piazza Affari dall'inizio dell'anno. Stamane l'amministratore delegato di Banca Intesa Carlo Messina ha nuovamente sottolineato che comunicare l'ammontare complessivo delle sofferenze lorde (200 miliardi di euro) invece che quelle nette (83 miliardi) ha ossessionato gli investitori internazionali che hanno fatto scattare le vendite. Secondo alcuni analisti, le vendite sui bancari sono la conseguenza del fatto che il sistema bancario tricolore è finito intenzionalmente sotto attacco della speculazione che attraverso il circolo vizioso del deprezzamento dei titoli (che ha messo sotto pressione il prezzo di vendita delle sofferenze sul mercato degli Npl) vorrebbe mettere le mani sulle banche italiane a capitalizzazione risicata.
E', per esempio, il parere di Riccardo Ambrosetti, presidente di Ambrosetti AM, che ha fatto notare come il fondo Atlante "scompensa i piani di alcuni player internazionali che vorrebbero comprare le banche" italiane "a prezzi di saldo". Per un altro operatore che cita le parole del consigliere delegato di Messina, che ha detto che "i fondi di private equity sono gli strozzini del momento perchè hanno fiutato l'affare (l'esigenza delle banche italiane di cedere sofferenza), Atlante "è uno strumento per evitare di far cannibalizzare il settore bancario italiano da operatori esteri". Insomma, mentre nei mesi scorsi gli addetti ai lavori si chiedevano se dietro le vendite della Borsa sui bancari ci fosse solo la sfiducia o anche le vendite allo scoperto, ora gli operatori hanno individuato un ruolo attivo della speculazione. Piani che ora con il fondo Atlante, il fondo d'investimento chiuso e promosso da Quaestio Sgr con dotazione da 4 a 6 miliardi e a cui partecipano Intesa Sanpaolo, Unicredit, Ubi, Bpm-Banco e Bper, oltre alle fondazioni, alle assicurazioni e ad altri investitori, sono più difficili da portare a compimento.
A Piazza Affari (chiusura a +4,13%) volano i bancari, dopo le vendite di martedì. Mps è maglia rosa con un balzo dell'11,7% a 0,58 euro, seguita da Bper (+11,4%) e Unicredit (+10,6%). Bene anche Ubi Banca (+8,8%), Intesa Sp (+8,3%), Bpm (+7,9%) e Banco Popolare (+7,7%).
Per Banca Imi il fondo "potrebbe sostenere il settore nella gestione degli aumenti di capitale e nella cessione dei non performing loan. Inoltre, anche se le risorse impiegate per l'acquisto dei Npl potrebbero essere limitare (ipotizzando una leva di 1,5 volte), crediamo che il fondo possa contribuire alla creazione di un mercato di Npl, con un impatto potenzialmente positivo sul pricing degli asset". Bernstein si mantiene invece più cauta e in un report dal titolo "Cosa sono 5 mld tra amici? Non abbastanza per pagare il primo giro da bere" gli analisti spiegano che il nome del fondo, Atlante, deriva da Atlas, il dio condannato a reggere il cielo per l'eternita'. Gli esperti ironizzano dicendo che "ci sarebbe bisogno di una divinita' simile" per sostenere il sistema bancario con soli 5 mld.
Spiegando la cosa tecnicamente, la casa d'affari dichiara che "a livello di sistema nel complesso ci sono 360 mld di Npl e 202 mld di sofferenze. I primi hanno una copertura del 40%, le seconde del 60%. Quindi, a livello di sistema ci sono 80 mld di sofferenze nette (tolti i circa 121 della copertura, ndr). Di conseguenza, se 5 mld e' la dimensione della tranche equity del veicolo, per comprare 80 mld di sofferenze nette c'e' bisogno di una leva di 16 volte". Bernstein (che conferma comunque la raccomandazione outperform su Intesa e marketperform su Unicredit) sostiene che probabilmente i 5 mld non sono neanche sufficienti ad acquistare le sofferenze di Mps, Banco Popolare, Carige, PopVicenza e Veneto Banca.
Scettica anche l'agenzia di rating Fitch, secondo cui il fondo Atlante "indebolirà il profilo finanziario delle grandi banche italiane (UniCredit e Intesa Sanpaolo, ndr) e i rispettivi rating potrebbero finire ulteriormente sotto pressione, se saranno chiamate a fornire ulteriore sostegno straordinario al settore bancario" su richiesta delle autorità governative.
Plauso invece da parte del Fondo Monetario Internazionale che "accoglie con favore la nascita del veicolo, che ha un nome evocativo: è un altro passo per pulire i bilanci delle banche italiane dalle sofferenze e aiutarle a raccogliere capitale". Jose Vinals, consigliere finanziario e direttore del dipartimento mercati monetari e dei capitali dell'organismo di Washington ha evidenziato l'importanza del "coinvolgimento dei privati in questa soluzione" che tuttavia ha valore se "fa parte di una strategia complessiva". L'esponente dell'Fmi ha ricordato che "le banche italiane hanno fatto molti progressi in termini di applicazione delle misure per aumentare la loro salute e la loro resilienza". In Italia - ha aggiunto - "il peso delle sofferenze è alto, servono azioni" collettive.