Economia

Banche, le porte girevoli con le società di consulenza. La denuncia di Sileoni

di Andrea Deugeni

Il segretario generale della Fabi attacca le società di consulenza e ribadisce che intende "gestire i piani industriali con la regola di una assunzione ogni 2"


 
Cosa sono, nel dettaglio, i negozi finanziari?
"Sono sportelli a tutti gli effetti, con la sola differenza di non avere le casse e quindi l’operatività completa. La clientela bancaria, sia imprese sia famiglie, può usufruire di tutti gli altri servizi, della consulenza e dell’assistenza del personale bancario. Poi c’è il tema dei servizi e prodotti finanziari venduti dai grandi gruppi bancari a Poste Italiane che, a sua volta, attraverso BancoPosta, li mette a disposizione della sua clientela. Insomma, l’ipocrisia è nascosta in ogni angolo del settore".
 
Un calo degli sportelli, però, è sotto gli occhi di tutti...

"Il calo fisiologico c’è stato, l’avevamo previsto anche noi che talvolta frequentiamo le stanze dei direttori generali e degli amministratori delegati solo per difendere e tutelare la categoria e i posti di lavoro, e non per altre situazioni o interessi. Le società di consulenza utilizzano le cosiddette porte girevoli per offrire servizi, previsioni, spesso sballate, assicurando a fine carriera posizioni di livello a chi fa da megafono alle loro iniziative. Potrei andare oltre, citando altre situazioni, ma per il momento mi fermo qui. Insomma, previsioni e consulenze spesso sballate, amplificate dai cortigiani dell’informazione, vengono pagate profumatamente".
 
Quale impatto ci sarà sulla categoria in relazione ai piani industriali appena presentati dai principali gruppi?
"Intanto, le voglio dire che uno dei piani industriali della Popolare di Bari, confezionato dalla società di consulenza Oliver Wyman, è stato politicamente un fallimento e un disastro. A pagarne le conseguenze sono stati i lavoratori e la clientela e il costo per le consulenze fornite da Oliver Wyman e pagate dalla banca è stato notevole. Se necessario, darò i dettagli. Per il cambiamento epocale che affronteremo, a iniziare dal piano industriale di Intesa Sanpaolo, cercheremo di trovare le soluzioni a ogni problema come sempre abbiamo fatto, mantenendo salda la barra della decisione di una assunzione ogni due uscite volontarie e gestendo, a tutela delle lavoratrici e dei lavoratori bancari, ogni cambiamento, perché la difesa dell’occupazione, in questo momento, viene prima di ogni altra situazione. Per il resto, le chiacchiere e gli annunci con effetti speciali li lasciamo agli altri. E i primi a prendere pubblicamente le distanze da certe notizie e da certi articoli di stampa dovrebbero essere proprio quegli amministratori delegati che hanno l’interesse a portare a termine positivamente tutti i prossimi piani industriali. Certi articoli e certe previsioni, oltre a essere di una banalità mortale, creano solo confusione fra le lavoratrici e i lavoratori bancari e fra tutte le organizzazioni sindacali del settore oltre che disorientare la clientela. Comunque, ad ogni prossima azione e disinformazione, da questo momento, corrisponderà una nostra pesantissima reazione. Questa mia intervista sarà capillarmente diffusa a tutti i 300.000 bancari, alla classe politica, agli addetti ai lavori e alle autorità di vigilanza italiane e internazionali. Oggi, con i social, con buona pace di chi si sente unto dal signore, si arriva dove la censura non può arrivare".

@andreadeugeni

LEGGI ANCHE:
- Moratorie, la tagliola dell'Eba: prestiti sospesi classificati a rischio

- Intesa-Sanpaolo, il capo della Fabi Sileoni commenta con Affaritaliani.it il piano industriale: "Il gruppo mette le basi per trasformarsi in una fintech. Ora servono garanzie contrattuali per tutti i bancari"
- Banche, 311 miliardi di aiuti di Stato. Ora è emergenza liquidità. La ricerca della Fabi