Economia

Banco Bpm, Girondi fa cassa. Più fondazioni nel patto per contare nel risiko

Le fondazioni azioniste salgono al 6,2% come quota del patto grazie a tre nuovi ingressi.I privati scendono al 4,7% dopo che il "re dei filtri" ha venduto il 2%

Neanche la canicola ferma le grandi mosse intorno al mondo delle banche. Per usare una metafora sportiva, è palese che tutti siano in surplace in attesa di capire che cosa sta per accadere e, soprattutto, di vedere chi farà la prima mossa. A parte Intesa Sanpaolo, che dopo l’acquisizione di Ubi può permettersi di pensare alle logiche di processo e non a eventuali operazioni di consolidamento, tutti gli altri player sono pronti a muoversi. C’è Unicredit che attende il via libera di Andrea Orcel per lanciarsi nel mondo dell’M&A.

C’è Bper che, attraverso Unipol, sta progressivamente andando ad abbracciare il Banco Popolare di Sondrio. C’è Mps che ha iniziato a lucidare la pochissima argenteria rimasta e nel frattempo sistema le sue pendenze con la Fondazione. C’è Carige che potrà tornare in borsa dalla prossima settimana, ma che ha bisogno di un aumento di capitale da 400 milioni, se non troverà un cavaliere bianco pronto a comprarsela. 

E poi c’è il Banco Bpm, forse la creatura in questo momento più misteriosa. Ogni tentativo di fusione paritetica o, meglio ancora, maggioritaria, è andata fallita. Bper sembrava un buon obiettivo ma purtroppo (per Giuseppe Castagna) l’operazione non si è concretizzata.

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Il presidente del Banco Bpm Massimo Tononi

Rimane sempre aperta la possibilità di entrare nella galassia Unicredit. Ma davvero Castagna accetterebbe una revisione al ribasso del suo ruolo? O sarebbe costretto ad allontanarsi come avvenuto a Victor Massiah che è stato sostituito da Gaetano Miccichè per portare a termine le nozze Intesa-Ubi?

Intanto però qualcosa si muove in Piazza Meda. Nessuna scossa tellurica, ci mancherebbe, ma l’indicazione chiara che sta per succedere qualcosa. Il motivo è presto detto: i due patti di consultazione tra i soci (le fondazioni da una parte e i privati dall’altra) hanno cambiato assetto. In particolare: le fondazioni passano dal 5,49 al 6,17%, grazie all’ingresso nel patto di tre nuovi soci: Fondazione Cassa di Risparmio di Carpi (0,101%), Fondazione Cassa di Risparmio di Reggio Emilia Pietro Manodori (0,0293%) e Inarcassa (0,54%).

Al contrario, l'accordo di consultazione tra alcuni soci privati vede una riduzione della quota sul capitale della banca che passa al 4,694% da 6,683%. Su quest'ultimo ha influito la cessione di una quota del 2% circa da parte di G.G.G. che fa capo all'imprenditore Giorgio Girondi, a fine giugno scorso. Gli altri soci privati, Calzedonia Holding, insieme al suo fondatore Sandro Veronesi, e l'imprenditore Dario Tommasi hanno mantenuto invariate le loro partecipazioni al patto.

(Segue...)