Economia

BancoBpm, Credit Agricole al contrattacco: ecco la strategia dei francesi. Il retroscena

Il maggior socio di Piazza Meda passa dal 9% al 15% alzando la posta dopo l'ops lanciata da Orcel: ecco i piani di Credit Agricole

di Marco Scotti

BancoBpm, Credit Agricole al contrattacco: ecco la strategia dei francesi. Il retroscena

Perché Crédit Agricole è salita nel capitale di BancoBpm fino al 15%, chiedendo contestualmente l’autorizzazione ad arrivare al 19,9% (la cosiddetta soglia dell’opa), annunciando contestualmente di non avere intenzione di acquistare Piazza Meda? La strategia è chiara: i francesi vogliono prima di tutto incassare il ricco dividendo che verrà deliberato nei prossimi mesi. E soprattutto avere una posizione di forza quando ci sarà da negoziare la nuova offerta di Unicredit. Che ci sarà, è ovvio, come ha fatto capire anche Andrea Orcel. Ma che cosa succede in Piazza Meda?

Quando Giuseppe Castagna ha lanciato l’opa su Anima sapeva di non avere molto tempo. Era solo questione di settimane prima che qualcuno, complice un calo dei tassi e quindi una possibile riduzione del valore degli istituti di credito, decidesse di provare a comprarsi BancoBpm. E infatti, pochi giorni dopo, in Piazza Meda è stata recapitata un’offerta - invero un po’ al ribasso - da parte di Unicredit, pronta a mettere sul piatto circa 10 miliardi di euro in azioni: un’Ops, insomma. 

Il governo, annunciando di essere pronto addirittura al golden power, voleva sì tutelare un istituto di credito italiano, ma ha commesso due sbavature. La prima, quella di aver pensato di avere voce in capitolo in un accordo tra banche italiane o, al più, europee, dimenticando il ruolo della Bce. Il secondo, ritenere che bastasse questa minaccia per far desistere Orcel. Invece è successo quello che era prevedibile: i francesi di Crédit Agricole, ingolositi più dalla possibilità di incassare un ricco premio sulle azioni che dalla reale volontà di mettere le mani sul Banco, hanno prontamente rilanciato. E ora?

L’impressione tra gli addetti ai lavori è che Orcel voglia davvero portare a termine l’operazione BancoBpm, possibilmente a primavera, magari addirittura in concomitanza con Commerzbank. A quel punto, il manager romano potrebbe davvero venire incoronato come il banchiere della svolta e riuscire nell’impresa di rilanciare definitivamente le ambizioni di Unicredit come banca europea e primo istituto di credito in Italia. Il problema, semmai, è relazionale: in molti hanno già da tempo consigliato a Orcel una maggiore presenza a Roma, per essere più vicino ai palazzi del potere. Chissà che non possa essere proprio la strada della diplomazia quella che, alla fine, permetterà a Unicredit di prendersi tutto il… Banco.

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