Economia
Bce, tapering soft: Lagarde rallenta gli acquisti pandemici
Inflazione al 2,2% nel 2021 ma "temporanea": all'1,7% nel 2022 e all'1,5% nel 2023. Le borse europee recuperano dopo una mattinata nervosa e spread in calo
Un tapering, ovvero il via a un progressivo ritorno ad una condizione di normalità monetaria, in versione soft. Azione che Christine Lagarde ha sottolineato essere solo "una ricalibrazione del pandemic emergency purchase programme (Pepp)". Con buona pace dei falchi del Nord. Jens Weidmann, il presidente della Bundesbank, in primis che porta a casa solo una piccolissima vittoria. Confermato l'ammontare del piano pandemico di 1.850 miliardi di euro complessivi, quantitative easing da far durare almeno fino a fine marzo 2022.
Il presidente della Bce Christine Lagarde
Quindi, 500 miliardi ancora di acquisti nei mesi restanti che però (ed è qui l'unica novità di oggi) potrebbero procedere con un ritmo settimanale degli acquisti netti di titoli (decisione unanime) moderatamente inferiore rispetto ai due trimestri precedenti (da 80 miliardi di euro al mese, l'attesa di molti analisti è che possa ridurre il ritmo degli acquisti a 70/60 miliardi di euro al mese).
"Sulla base di una valutazione congiunta delle condizioni di finanziamento e delle prospettive di inflazione - si legge nel comunicato dell'Eurotower - il Consiglio direttivo ritiene che possano essere mantenute condizioni di finanziamento favorevoli con un ritmo degli acquisti netti di attività nel quadro del Programma di acquisto per l'emergenza pandemica moderatamente inferiore rispetto ai due trimestri precedenti".
Per il resto, il mantra della Bce non cambia: le pressioni dell'inflazione nel medio-lungo periodo sono ancora deboli e le fiammate dei prezzi nel 2021 sono temporanee. Anche se, come ha specificato in conferenza stampa la presidente Christine Lagarde, fissando quanto recentemente affermato con le nuove stime dell'Eurotower, "la ripresa sta procedendo bene" e i livelli pre-Covid del Pil nell'Eurozona saranno raggiunti nuovamente entro fine anno e non nel 2022.
Il presidente della Bundesbank Jens Weidmann
Invariati ovviamente anche i tassi di interesse, confermata la nuova guidance annunciata a luglio alla luce dei risultati della policy review e il programma di acquisti dell'App che continuerà al ritmo di 20 miliardi di euro al mese per centrare l’obiettivo simmetrico di un’inflazione al 2% sul medio termine.
Immediata, la reazione degli investitori. Borse europee che risalgono (Piazza Affari da negativa raggiunge la parità) e titoli di Stato dei Paesi sorvegliati speciali come l'Italia in cui lo spread rispetto ai Bund conferma il calo a 104 punti, dai 107 punti della chiusura della vigilia. Secondo Jussi Hiljanen, capo strategist di Seb, in linea con le aspettative l'Eurotower ha deciso di ridurre gli acquisti nell'ambito del Pepp nel quarto trimestre, evitando accuratamente di inviare nuovi segnali post-Pepp nel comunicato stampa.
Uno dei punti di maggiore interesse del meeting era la pubblicazione delle nuove stime macroeconomiche da parte dello staff Bce. Stime che per quanto riguarda la crescita prevedono un aumento del Pil dell'area euro del 5% nel 2021, del 4,6% nel 2022 e del 2,1% nel 2023. Nuove proiezioni che sostituiscono quelle di giugno quando gli economisti di Francoforte avevano stimato una crescita del 4,6% nel 2021, del 4,7% nel 2022 e del 2,1% nel 2023. "La velocità della ripresa dipende dall'evoluzione della pandemia e dall'andamento delle campagne di vaccinazione", ha spiegato la Lagarde.
Se si dovesse verificare lo scenario migliore (una risoluzione della crisi sanitaria entro la fine del 2021 e un forte rimbalzo dell'attività economica) per l'ufficio studi della Bce, l'economia dell'Eurozona potrebbe riuscire a recuperare i livelli pre-Covid già nel terzo trimestre di quest'anno.
Per quanto riguarda invece l'inflazione (quella sottostante core salirà solo gradualmente all'1,3% nel 2021, all'1,4% nel 2022 e all'1,5% nel 2023), la crescita dei prezzi è attesa al 2,2% nel 2021, all'1,7% nel 2022 e all'1,5% nel 2023. A giugno lo staff della Bce aveva previsto un'inflazione dell'1,9% nel 2021, dell'1,5% nel 2022 e dell'1,4% nel 2023.
"Le attese di inflazione hanno fatto registrare un aumento, ma restano ancora a distanza dal target del 2%", ha concluso la numero uno dell'Eurotower che ha sottolineato anche come sia "del tutto prematuro parlare della fine del Pepp. Non ne abbiamo discusso in questa riunione del Consiglio direttivo. Siamo ben lontani dal mettere fine agli acquisti di bond e dall'aumentare i tassi". Un messaggio al falco tedesco Weidmann e tutto rimandato a dicembre, quando la Bce pubblicherà le nuove previsioni macro (che includeranno il 2024), annuncerà se il Pepp terminerà come da previsioni a marzo 2022 ed eventualmente indicherà come verrà rimpiazzato.
@andreadeugeni