Economia
Berlusconi, da Villa San Martino alla Certosa: le ville cuore del Cavaliere
Silvio Berlusconi e la sua passione senza fine per le proprietà immobiliari: quasi 30 nel corso degli anni. Ecco quelle a cui è più affezionato l'ex premier
Tutto intorno, un filare di pioppi che arriva al fiume Lambro e che garantisce la privacy del Cavaliere. La villa, con tanto di pinacoteca e biblioteca di 10.000 volumi (per curare la quale venne assunto come bibliotecario Marcello dell’Utri), arredi e parco con con scuderia fu venduta a Berlusconi per 500 milioni di lire. Il nuovo proprietario la restaurò in modo conservativo ripristinando alcune parti alterate da precedenti interventi o fatiscenti. Nel parco della tenuta ora ci sono anche un mausoleo personale, un monumento in travertino e un sarcofago in marmo rosa.
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Berlusconi, Villa Certosa a Porto Rotondo
A Villa Certosa sono passati tutti: dai capi di stato e di governo alle star, dai calciatori ai cantanti. La lista è infinita: George W. Bush, Tony Blair, Vladimir Putin, José Zapatero, José Maria Aznar, Flavio Briatore, Mara Venier, e molti altri. Nessun problema di posto: la proprietà è di 4.500 metri quadrati, con 126 stanze, 174 posti auto, 4 bungalow, un teatro una torre, una serra, una palestra, una zona per la talassoterapia, un orto medicinale e un parco di 120 ettari.
Silvio Berlusconi acquistò Villa Certosa dal proprietario della rete televisiva La voce Sarda Gianni Onorato e la fece ristrutturare da Gianni Gamondi, architetto di molte delle ville della Costa Smeralda. Nel gennaio del 20121 Silvio Berlusconi ha fatto valutare l’immobile, che risulta di un valore di circa 259 milioni di euro, una delle case più costose al mondo.
Silvio Berlusconi e la casa in cui visse Franco Zeffirelli a Roma
Si tratta di “Villa Grande” dove fino al 2019, anno della sua morte, aveva abitato Franco Zeffirelli, a cui Berlusconi aveva concesso di stare in comodato d’uso. Con la morte del maestro dalla villa sono stati tolti anche gli arredi e gli oggetti “di scena” (cornici, argenteria, fiori di plastica, perfino) per fare posto a poltrone damascate, bandiere, drappi, in un ripensamento più “istituzionale” degli spazi, una sorta di quartier generale residenziale tra i pini marittimi e i viali punteggiati di busti di senatori e tribuni romani.