Borsa, Dalio perde la sua scommessa. I miliardi in fumo di Bridgewaters
Il gestore del fondo hedge Bridgewaters aveva aperto una posizione ribassista da 3,3 miliardi per l'incertezza post elettorale
Aveva scommesso su un risultato elettorale incerto che avrebbe portato ad un "parlamento appeso" (ossia senza una maggioranza di governo) e pertanto prodotto scossoni sul mercato. Ma se la prima parte della scommessa è stata centrata in pieno, Ray Dalio, gestore del fondo hedge Bridgewater che aveva alzato da 770 milioni (a fine ottobre) a 21 miliardi (a metà febbraio) la sua posizione al ribasso sui titoli azionari europei ed italiani, non ha molto di che festeggiare, perché il comportamento di mercato e titoli non è stato quello da lui previsto.
Tra i titoli su cui Dalio ha scommesso al ribasso vi erano 18 società del Ftse Mib compresi i “pesi massimi” del calibro di Enel, Eni, Intesa Sanpaolo e Unicredit, per un controvalore totale di circa 3,3 miliardi (rispetto agli 1,1 miliardi di fine ottobre). Gli altri bersagli di Dalio erano Generali, Atlantia, Mediobanca,Bper Banca, Banco Bpm, Ubi Banca, Unipol, Azimut, ma anche Prysmian, Snam, Terna, Moncler e Leonardo.
Dal 4 marzo a oggi, però, Intesa Sanpaolo è passata da 2,96 a 3,03 euro, Unicredit da 16,48 a 17,17 euro, Enel da 4,70 a 5,09 euro, Eni da 13,40 a 15,02 euro, Atlantia da 24,63 a 26,76 euro, Generali da 14,72 a 16,09 euro, Mediobanca da 9,48 a 9,78 euro, mentre Bper Banca è passata da 4,51 a 4,66 euro, Banco Bpm ha continuato a oscillare attorno ai 2,87 euro, Ubi Banca da 3,70 è risalita a 3,82 euro, Unipol da 3,88 a 4,08, Azimut da 17,50 a 17,81 euro, Snam da 3,59 a 3,81 euro, Terna da 4,50 a 4,77 euro, Leonardo da 8,63 a 9,50 euro e Moncler è addirittura balzata da 28,38 a 33,63 euro per azione.
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