Economia

Borsa, è il momento della "tigre polacca". Ecco come investire sugli Emergenti

Investire in azioni delle società polacche esposte alla spesa al consumo. Mentre stare alla larga da titoli finanziari e bancari dell’area central-east Europe. E’ il consiglio di Nikolay Markov, senior economist di Pictet Asset Management, che nel “Monitor dei Mercati Emergenti” spiega come i Paesi dell'Europa centrale stiano resistendo alla debolezza dell'eurozona mostrando robusti tassi di crescita. Secondo Markov, la loro resilienza può essere attribuita a un'incoraggiante domanda interna, trainata dal credito al consumo. Per quanto ancora potrà durare il boom e in che modo possono beneficiarne gli investitori?

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Per Pictet, condizioni del mercato del lavoro molto solide con tassi di disoccupazione a livelli minimi record e una forte crescita dell'occupazione che stanno alimentando la spesa al consumo. Ciò si è tradotto in una forte crescita dei salari nominali in tutti quanti i Paesi dell’area: dal 7,1% della Repubblica Ceca al 21,6% della Romania – in forte contrasto con il 2,4% dell’eurozona. Dai salari all'inflazione dei prezzi al consumo Anche la seconda parte del canale di trasmissione, dai salari all'inflazione dei prezzi al consumo, si è materializzata nei Paesi dell’Europa centro-orientale, diversamente da quanto successo nell’area euro. Entrambi i tassi di inflazione primaria e core infatti sono saliti.

Con maggiori pressioni inflazionistiche, gli esperti di Pictet prevedono che le banche centrali metteranno in campo ulteriori misure per contenere l'inflazione. Fino ad ora il tassello mancante del puzzle, ad eccezione della Repubblica Ceca e, entro certi limiti, della Romania. L'esempio più preoccupante è la Romania, in cui l'inflazione è salita oltre la fascia obiettivo, dopo che la banca centrale ha avviato il percorso di normalizzazione della politica monetaria lo scorso anno, ma ha poi fermato il programma di restringimento monetario. Gli investitori nelle economie dei Paesi europei dell’area centro-orientale dovranno presto fare attenzione alla normalizzazione della politica monetaria, giustificata da condizioni interne positive che si trasmettono a una risalita dell'inflazione core.

L'eurozona avrebbe desiderato di trovarsi in questa condizione, mentre si trova all'estremità opposta dello spettro. Ciononostante, gli investitori devono anche prestare attenzione ad alcune economie a rischio, per via dell'aumento dei debiti delle partite correnti, di finanze pubbliche in deterioramento e di un debito pubblico in crescita. Questo è in particolare il caso di Romania e Ungheria. Così, La crescita trainata dai salari ha ampiamente immunizzati i Paesi dell’area Ceo nei confronti del rallentamento dell’eurozona, offrendo in futuro opportunità di investimento, soprattutto sul fronte azionario.

Su quali titoli? “Mentre l'alta marea solleva tutte le imbarcazioni - scrive Markov - il boom economico non sempre favorisce tutti i titoli, e proprio questo è il caso delle economie in analisi. Prendiamo ad esempio la Polonia. La sottoperformance da inizio anno dei settori fortemente sovrappesati all'interno degli indici, come ad esempio i finanziari e gli energetici, è stata incredibile rispetto alla notevolissima sovraperformance del segmento mid-cap dei beni di consumo di base e dei servizi di comunicazione. La crescita trainata dai consumi è stata possibile a discapito di banche e compagnie energetiche – la fonte di finanziamento fiscale della politica espansiva. Inoltre, i mercati dei Paesi dell’Europa centro-orientale sono costosi rispetto alle controparti di riferimento Russia e Turchia. Di conseguenza, consideriamo queste economie come mercati di selezione titoli in cui investiamo in modo selettivo e con convinzione elevata. Attualmente, deteniamo posizioni soprattutto in società polacche esposte alla spesa al consumo, e ci teniamo alla larga da titoli finanziari e bancari".