Economia

Borsa, Iveco floppa al debutto ma Piazza Affari sorride: Omicron fa meno paura

di Marco Scotti

Il ceo Gerrit Marx non ha portato molta fortuna con il tradizionale rito della campana, ma c'è ancora tempo per recuperare...

Borsa, a Piazza Affari debutto da dimenticare per Iveco. Listino in rialzo,   la variante Omicron fa meno paura agli investitori

La prima giornata da “matricola” alla Borsa di Milano non sta andando nel migliore dei modi per Iveco. L’azienda, spin-off di Cnh Industrial, ha avviato poche ore fa le contrattazioni sul listino principale di Piazza Affari registrando un calo delle quotazioni intorno al 10%, per una capitalizzazione intorno ai 3 miliardi di euro. La giornata a Palazzo Mezzanotte è di quelle positive, con il listino principale in crescita di oltre l’1% e lo spread al ribasso. Significa che la preoccupazione per Omicron sta venendo progressivamente soppiantata dalla convinzione che questa variante sia meno drammatica delle precedenti e che, di conseguenza, ci possa essere la speranza di una sostanziale “endemizzazione” del Covid-19

Dunque, i presupposti per una performance positiva c’erano tutti. Le azioni di Iveco sono state collocate a 11,26 euro l’una ma, dopo un iniziale interesse degli investitori che hanno portato a un rialzo fino 11,4, si è poi registrato un progressivo calo della valutazione, con il titolo che poco dopo le 10.30 era già sceso sotto la soglia dei 10 euro ad azione. Eppure, le attese erano diverse (e per certi versi continuano a esserlo, come vedremo). Per Banca Akros – come riporta Mf – potrebbe volerci un po’ per avere un effetto concreto dello spinoff di Iveco da Cnh Industrial. Tradotto: nelle prime settimane di contrattazione, specialmente in questa ancora un po’ “sonnacchiosa” del post-Capodanno, a beneficiare maggiormente della scissione potrebbe essere proprio Cnh.

Anche Intesa Sanpaolo per il momento si mantiene cauta. Secondo Ca’ de Sass, infatti, “il mercato potrebbe non essere ancora pronto a recepire appieno il potenziale di rialzo del titolo. In questo contesto, il mercato potrebbe essere tentato di privilegiare Cnh. Tuttavia, nel medio termine continuiamo a ritenere che il processo di spin-off consentirà di emergere il potenziale di rialzo sia di Iveco che di Cnh”. Il rito del suono della campanella affidato al ceo dell’azienda neoquotata, Gerrit Marx, per il momento non ha portato fortuna. Ma c’era da aspettarsi un pizzico di diffidenza da parte degli investitori. Anche perché, nonostante le smentite di prammatica, rimane da capire che cosa si vorrà fare con questo storico brand. 

Lo scorso anno le trattative con i cinesi di Faw erano a buon punto, poi l’accordo saltò per un’offerta ritenuta troppo bassa. “Non vedo Iveco come un target di acquisizione da parte di altri, e nemmeno la vedo come un attore che punta ad acquisire altri in maniera aggressiva – ha detto Marx all’apertura delle contrattazioni - Il mercato dei veicoli commerciali è consolidato. Faremo partnership, non abbiamo intenzione di vendere business unit”. Al Ces di Las Vegas, intanto, vedremo un piccolo squarcio di futuro, con la partnership tra Iveco e i camion elettrici di Nikola. Il Pnrr impone un’attenzione spasmodica alle emissioni e il mondo dei trasporti deve essere parte integrante del cambiamento. Se Iveco riuscirà a centrare gli obiettivi ambiziosi che si è posta (dall’elettrico all’idrogeno fino al biometano) allora questa pigra giornata di inizio gennaio verrà rapidamente dimenticata.