Economia
Borse Ue, bruciati 331 mld. Mosca -40%. Petrolio sopra 100 $, il gas fa +57,2%
Il primo giorno di guerra in Ucraina manda rapidamente a picco i listini mondiali. Il gas balza del 57,2%, il petrolio sfonda il tetto dei 100 dollari al barile
Guerra Ucraina: Europa a picco, Milano brucia 25 miliardi
La guerra in Ucraina manda ko i listini del Vecchio continente: dopo l'inizio dell'attacco russo all'Ucraina l'indice Stoxx 600, che riunisce i titoli a maggiore capitalizzazione in Europa, ha ceduto il 3,27% finale, che equivale a 331 miliardi bruciati nella seduta. Mentre da Kiev arrivano notizie sempre più allarmanti, e i governi occidentali annunciano "severe sanzioni" contro la Russia, i mercati vivono una seduta da incubo, che riporta gli indici europei ai livelli della primavera 2021.
Il tracollo delle Borse, che si risvegliano all'alba con il conflitto già in atto, ha come effetto immediato l'esplosione dei prezzi energetici, con il gas che balza del 40%, il petrolio che sfonda il tetto dei 100 dollari al barile (non accadeva dal 2014) e i cereali ai massimi da dieci anni. Ora sarà il tipo di sanzioni internazionali verso la Russia, spiegano dalle sale operative, a fare da bussola per i mercati nei prossimi giorni. I future scadenza marzo scambiati ad Amsterdam salgono del 57,2% a 139,75 euro per megawattora, mentre la scadenza aprile sale del 56% a 138,67 euro. Più contenuto l'aumento dei future scambiati negli Stati Uniti, in rialzo del 5,12%.
Nell'attesa, tra i primi effetti c'è il crollo storico della Borsa di Mosca, dove l'indice Rts (in dollari) sprofonda del 40%, mentre le principali piazze finanziarie del Vecchio Continente chiudono con pesanti rossi tra il 3 e il 4% (migliorando leggermente sul finale). Tra le peggiori c'è Milano con il Ftse Mib che perde il 4,1% e "brucia" circa 25 miliardi di capitalizzazione in una sola seduta. Gli ultimi cali simili a Piazza Affari si erano avuti all'inizio della crisi geopolitica sull'Ucraina a fine gennaio (-4%) e nel giorno dell'allarme mondiale sulla variante Omicron a fine novembre scorso (-4,6%).
Sul Ftse Mib si salvano pochissimi titoli, con in testa il gruppo della difesa Leonardo (+4,3%) che è tra subappaltatori della maxi-commessa Eurodrone, mentre rimbalzano Saipem dopo i conti (+1,9%) e Campari (+1,8%) protagonista di uno scivolone alla vigilia sul rinvio di alcuni target. Nella parte basse del listino, invece, si registrano 'rossi' a due cifre per le banche con UniCredit (-13,5%), tra gli istituti europei piu' esposti verso Mosca, e Pirelli (-10,4%) che proprio ieri aveva parlato dei rischi per i risultati 2022 derivanti dalla presenza in Russia.
In forte perdita tutti gli altri bancari, il risparmio gestito e le compagnie assicurative. Sul fronte dei cambi, l'euro perde nettamente quota a cala a 1,1146 dollari (da 1,1344 dollari ieri in chiusura) e a 128,61 yen (130,58). Dollaro-yen a 115,41. Infine corsa senza sosta per il petrolio con il Wti di aprile in rialzo a 97,8 dollari al barile (+6,1%) e il Brent che scambia a 104,1 dollari (+7,5 per cento).
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