Borse, Wall Street accelera mentre Biden si avvicina alla vittoria - Affaritaliani.it

Economia

Borse, Wall Street accelera mentre Biden si avvicina alla vittoria

Corrono Dow Jones e Nasdaq. Listini Ue in rialzo

Mattinata nervosa sui listini mondiali, poi la svolta con Wall Street in rally

Non c'è stata negli Stati Uniti la vittoria netta sulla quale avevano scommesso soprattutto i mercati europei a inizio settimana e lo scenario definito da "incubo" più temuto dagli investitori, quello del voto dall'esito incerto e della possibile battaglia legale negli Stati Uniti, ha condizionato i mercati per tutta la mattinata e per metà pomeriggio. Nella testa degli analisti è riemerso quanto accadde nel voto contestato del 2000 fra George W. Bush e Al Gore, quando l'S&P500 scese del 5,6% nei quattro giorni successivi all'Election Day (il 7 novembre). L'indice oscillò tra guadagni e perdite per diverse settimane, registrando un calo del 5% dal giorno del voto al 13 dicembre, quando l'ex vicepresidente Usa Dem ammise la sconfitta. 

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A metà pomeriggio però i listini del Vecchio Continente, dopo un'apertura in deciso calo, hanno recuperato le perdite e hanno allungato il passo dopo l'apertura di Wall Street, che il giorno dopo l'Election Day procede in rally. A New York il Dow Jones accelera e guadagna il 2% circa mentre il Nasdaq sfiora il rialzo del 4%.

Londra avanza dell'1,47%, Parigi del 2,12% e Francoforte dell'1,55%. Milano sale dell'1,61%.

Sull'incertezza dei mercati hanno inciso anche i dati che sono arrivati dall'Eurozona dove l'economia all'inizio del quarto trimestre ristagna. L'indice Pmi della produzione composita, stilato da Ihs Markit, si attesta a quota 50 (rispetto a 50,4 di settembre) e quello dei servizi a 46,9 (contro i 48 di settembre). 

Nella notte, i risultati delle elezioni americane non solo non hanno visto "l'onda blu democratica", ma hanno mostrato un voto ancora incerto, con Trump che ha conquistato alcuni stati chiave come la Florida e con i voti ancora in fase di conteggio in numerosi collegi.

In più, il presidente uscente ha dichiarato a notte americana inoltrata di aver già vinto le elezioni e che ricorrerà alla Corte suprema, preannunciando una battaglia legale. In questo quadro, aleggia la paura che il vincitore possa arrivare tra molto tempo, il che significherebbe un sostanziale blocco delle attività e soprattutto un ulteriore stop agli aiuti fiscali per fronteggiare l'emergenza coronavirus. Dopo le dichiarazioni di Trump hanno virato subito al ribasso anche i future sugli indici americani, molto volatili: i future infatti, dopo un ritorno in positivo a metà mattinata per la minore minaccia di controllo Antitrust per le principali aziende tecnologiche rappresentata da una eventuale bis di Trump alla presidenza, sono tornati in rosso.

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"Sembra che il mercato sia più negativo su una presidenza Biden di quanto non fosse questa mattina, poichè sembra più probabile che i repubblicani mantengano il Senato e - hanno commentato gli analisti - quando si combatte una pandemia globale, un governo ingessato non è l'ideale".

"Gli investitori speravano anche che una chiara vittoria avrebbe aperto la porta a un massiccio pacchetto di stimoli che avrebbe rilanciato l'economia degli Stati Uniti. Questo ora sembra improbabile, almeno a breve termine, quindi ci aspetteremmo di vedere una certa volatilita' oggi mentre i mercati digeriscono la situazione" hanno aggiunto.

La volatilità a causa dell'incertezza dunque la fa da padrona. La durata dei futures VIX è invertita, con contratti a breve termine che negoziano a prezzi più alti rispetto a quelli a lungo termine. Ciò segnala appunto che l'ansia degli investitori è più elevata nel breve termine. Non dimentichiamo che gli Stati Uniti e il mondo in generale stanno vivendo un momento drammatico con la pandemia da coronavirus. Secondo gli analisti, insomma, qualsiasi risultato che denota un chiaro vincitore - indipendentemente da chi vince - potrebbe stabilizzare i mercati. Così riassume infatti David Tawil, presidente di Maglan Capital a New York: "L'unica cosa per cui tutti gli investitori pregano è che in un breve periodo di tempo ci sia un vincitore indiscusso, perchè qualsiasi altra cosa (oltre a questo) sarebbe catastrofica". 

"Prevediamo molta volatilità - hanno scritto da Ubs - finchè non ci sarà una maggiore chiarezza sull'esito delle elezioni. Manteniamo una view positiva sulle azioni nel medio termine, guidata dalle aspettative di altri stimoli fiscali e dell'arrivo di un vaccino per la metà del prossimo anno". Per Ubs, "il recupero dalla pandemia continuerà ad essere il maggior driver dei mercati, a prescindere dalle elezioni Usa". Il problema dell'esito incerto sta anche nel fatto che appare improbabile che uno dei partiti si aggiudichi entrambi i rami del Parlamento, ha spiegato Paul Brain, gestore di BNY Mellon Investment Management e aumenta "la probabilità che il dibattito sul pacchetto di stimoli fiscali continui ancora a lungo, supportando i titoli del Tesoro Usa e gravando sugli asset rischiosi".

"Nessun investitore è in grado di assumersi molti rischi e questo amplifica queste oscillazioni", ha affermato infatti un gestore. Gli investitori hanno cambiato posizione man mano che aumentavano le possibilità che la corsa potesse essere decisa alla fine di questa settimana, dopo il conteggio di un gran numero di schede postali in Pennsylvania, Michigan e Wisconsin. "Il mercato stava cercando di superare l'obiettivo e ottenere il nuovo programma di stimoli l'anno prossimo", ha osservato David Giroux, chief investment officer per azioni e multi-asset di T Rowe Price. "Un'elezione contestata di cui non conosciamo la risposta è una situazione molto negativa per il mercato."

I gestori di fondi si erano posizionati negli ultimi giorni per una buona performance di Biden. Hanno venduto titoli del Tesoro di 10 e 30 anni scommettendo che trilioni di miliardi di dollari di stimoli avrebbero potuto riversarsi nell'economia se Biden avesse vinto e il suo partito avesse preso il controllo del Senato. Adesso però non ne sono più convinti. Allo stesso tempo, pero', gli investitori temono un proseguimento delle tensioni con la Cina".

A Piazza Affari, invece, l'emergenza Covid, in questo contesto, è tornata in primo piano: nella notte il presidente del Consiglio italiano Giuseppe Conte ha approvato il nuovo Dpcm che contiene le nuove misure di contenimento che saranno in vigore da domani per un mese, che prevede lockdown automatici e locali al raggiungimento di alcune soglie critiche di numeri di contagi e capacita' ospedaliera, il tutto per evitare un blocco totale come nella primavera scorsa.

Sul fronte azionario le vendite sono generalizzate e colpiscono soprattutto i titoli industriali, finanziari e petroliferi. vendite sui titoli esposti negli Usa con Buzzi Unicem che cede il 4,67&, male Prysmian (-4,11%) e Pirelli (-3,4%). Cali di oltre due punti e mezzo per Enel, Unicredit e Intesa Sanpaolo, di fatto si salvano solo le Diasorin che mettono a segno un rialzo dell'1,76%.

Dall’altra parte del globo, le borse asiatiche hanno chiuso in rialzo tranne Hong Kong, in attesa che arrivi un risultato chiaro sull'esito delle elezioni presidenziali americane. Tokyo ha terminato con un guadagno netto. L'indice Nikkei è salito dell'1,72% a 23.695,23 punti, dopo aver superato il 2,1% durante la sessione. L'indice Topix ha guadagnato l'1,2% a 1.627,25 punti.

A Hong Kong l'indice Hang Seng, dopo una seduta altalenante, è finita in negativo cedendo lo 0,24% a 24.879,20 punti. L'indice composito di Shanghai ha terminato a +0,19%, a 3.277,44 punti, mentre quello di Shenzhen ha guadagnato lo 0,31%, a quota 2.262,14. Il Kospi a Seoul è avanzato dello 0,60% a 2,357 punti. Oltre alle elezioni americane, i mercati cinesi sono stati duramente colpiti dal rinvio della quotazione in borsa del gruppo Ant, il gigante cinese dei pagamenti online, che ha fatto scendere il prezzo delle azioni della Alibaba, la sua societa' madre. 

Sul mercato valutario, il dollaro si è rafforzato sulle principali valute e ha spinto l'euro a 1,1649 dollari (da 1,1735) mentre il dollaro/yen si è attestato a 104,89 (104,5) e l'euro/yen a 122,21. L'ipotesi di una riconferma di Trump alla Casa Bianca fa precipitare la valuta cinese: lo yuan ha perso l'1,5% nei confronti del biglietto verde, venendo scambiato a 6,75 sul dollaro. E' uno degli effetti sulle valute sensibili al rischio che si sono indebolite durante i primi risultati nella notte delle elezioni presidenziali americane. Si teme che i contrasti fra Washington e Pechino proseguano a lungo con il tycoon ancora alla Casa Bianca. 

La vittoria di Trump in Florida ha avuto contraccolpi non solo sullo yuan cinese, ma anche sul peso messicano (sceso di quasi il 4% e scambiato a 20,905 per dollaro), ossia i più duramente colpiti rispetto ad altre valute dallo spettro di altri quattro anni della sua aggressiva politica commerciale. L'incertezza del voto Usa ha pesato anche sul petrolio, nonostante il forte ribasso delle scorte americane: il Wti è sceso dello 0,9% a 37,32 dollari mentre il prezzo del barile del Brent ha perso lo 0,10% a 39,69 dollari.