Economia

Carige, tegola Genova sul dossier Mps. Ora il risiko bancario si fa affollato

di Marco Scotti

Con il gruppo ligure sul mercato, strada obbligata per il Fondo Interbancario, più difficile trovare lo sposo per Siena

Andrea Orcel ha molti motivi per festeggiare il suo arrivo al comando di Unicredit. Lo stipendio che gli verrà garantito (fino a 7,5 milioni all’anno) lo porta al vertice delle retribuzioni nel mondo bancario. Ma il compito che lo attende è tutt’altro che semplice. Perché dovrà decidere – è il mercato, bellezza – con chi far sposare l’istituto di credito. E le notizie che arrivano sull’asse Genova-Trento vanno lette alla luce dei vari sviluppi che possono causare nel mondo bancario. Se c’è un momento per analizzare il risiko… be’ è proprio questo. 

Unicredit-Mps sembrava un accordo ormai in dirittura d’arrivo. Serviva soltanto trovare la modalità più corretta per far passare la banca più antica del mondo all’interno del perimetro di Piazza Gae Aulenti. Un matrimonio che sembrava scontato a maggior ragione quando Pier Carlo Padoan è diventato presidente di Unicredit. E invece l’ex amministratore delegato Jean Pierre Mustier si è messo di traverso, arrivando addirittura a lasciare la sua carica pur di non dover digerire l’amarissimo boccone di Rocca Salimbeni.

Nel frattempo, però, emerge che il manager francese, noto per la sua mascotte Elkette, avesse individuato almeno due obiettivi più appetibili di Mps: il primo Banco Bpm, il secondo proprio Carige. L’istituto di credito guidato da Giuseppe Castagna è ovviamente la “preda” più interessante. Si tratta di una banca presente su tutto il territorio italiano – con l’eccezione del Trentino. E la fusione tra Unicredit e il Banco permetterebbe di iniziare a impensierire dal punto di vista delle dimensioni quell’Intesa-Sanpaolo che, oggi ancor più, è l’unico istituto che può pensare di competere a livello europeo. 

Su Banco Bpm si è già detto molto: il matrimonio caldeggiato da Carlo Cimbri, amministratore delegato di Unipol, è quello con Bper Banca. Ma attenzione: mentre quest’ultima è un istituto di credito con un azionariato solido che vede svettare con il 30% circa delle quote la compagnia assicurativa bolognese e il Banco di Sardegna, Banco Bpm è più frammentato. E rischia di finire sotto Opa di qualche soggetto. Dunque, se Castagna ha più di un interesse a consolidarsi alquanto velocemente unendosi con Bper, lo stesso non si può dire di Alessandro Vandelli che può “tracheggiare” per spuntare condizioni migliori. Ovvio quindi che Orcel, una volta insediato al timone di Unicredit, potrebbe guardare con grande interesse alle 1.779 filiali che fanno parte del gruppo lombardo-veneto.

(Segue...)