Economia
Cashback, Draghi boccia la proroga al 2022. Solo il M5s a favore, costo 3 mld
Il premier valuta misure alternative, Pd e Italia Viva puntano a dirottare i fondi sulla povertà
Cashback, Draghi boccia la proroga al 2022. Solo il M5s a favore, costo 3 mld
Il governo Draghi è impegnato su due fronti principali. Da una parte nella lotta alla pandemia da Coronavirus, in particolare la concentrazione del neo premier è tutta sul fronte europeo, per ottenere più vaccini possibile. L'altra grossa questione è la crisi economica generata da questa emergenza, per fronteggiarla l'ex presidente della Bce valuta misure alternative a quelle proposte da Conte e dal suo precedente governo. Il cashback ad esempio, - si legge sulla Stampa - lanciato negli ultimi mesi della sua esperienza da presidente del Consiglio. Quando l’avvocato lo inaugurò non poteva certo immaginare che dopo soltanto pochi mesi sarebbe stato costretto a difenderlo nelle vesti di leader politico del M5S. E i grillini, molto probabilmente, dovranno fare lo stesso. Hanno già cominciato, in realtà, perché attorno al cashback si sta raccogliendo l’assedio di quasi tutti gli altri partiti, sia della larghissima maggioranza che sostiene il governo di Mario Draghi, sia, all’opposizione, di Fratelli d’Italia. E, in effetti, si sta valutando di fare un “tagliando” al piano cashless in sede di legge di bilancio.
Questo significa - prosegue la Stampa - che fino a dicembre la norma varata del governo Conte, in scadenza a giugno 2022, difficilmente verrà modificata. Nella finanziaria, però, si potrebbe decidere di cancellare gli ultimi 6 mesi previsti l’anno prossimo o di ridimensionarne il perimetro delle spese. I partiti, tranne il M5S, chiedono di dirottare le risorse altrove. Lo fa il Pd, nella formula espressa dall’ex viceministro del Tesoro Antonio Misiani, che aveva dovuto inghiottire con molti dubbi la misura cara al suo ex capo del governo. «Bisogna scegliere le priorità, i 3 miliardi stanziati nel 2022 per il cashback è meglio dirottarli sui programmi di lotta alla povertà. Con parte di quei soldi si può finanziare un programma straordinario di “lavoro di cittadinanza” per chi ha i requisiti per accedere al Reddito, affidando ai Comuni e al Terzo settore l’organizzazione dei progetti".