Economia
Cdp offre 15 miliardi per la rete di Tim: ma la trattativa non decolla
Momento di grandissima confusione tra il cambio di esecutivo e la volontà di chiudere una partita cruciale per il Paese
Secondo fonti accreditate, però, per 15 miliardi Tim non si siederebbe neanche intorno al tavolo, nonostante l’urgenza di abbattere un debito monstre che rappresenta sempre più un fardello. Ma certo, consapevole dell’importanza di quest’asset non è disposta a svendere. A quanto ci risulta, servirebbe un’offerta che presenti il “2” davanti, in una forchetta tra i 20 e i 25 miliardi di euro. Altrimenti, come ribadito da Pietro Labriola all’investor market day, ci sarà sempre il cosiddetto Piano B. Quale? Qui le ipotesi sono molteplici: si parla addirittura della possibilità di lanciare un beauty contest per vendere parti della NetCo (la società che raggruppa i servizi di rete) che viene valutata intorno ai 20 miliardi dagli analisti.
Infine, rimane da capire quale ruolo si immagini per Cassa Depositi e Prestiti nei mesi a venire. E, soprattutto, chi dovrà guidarla. Le ipotesi al momento sono di vario tipo. Il Foglio oggi sosteneva che l’attuale ceo di Via Goito, Dario Scannapieco, potrebbe essere pronto a prendere il posto di Daniele Franco a Via XX Settembre. Ma sarebbe una mossa singolare: perché un amministratore delegato, nominato il 1° giugno del 2021, dovrebbe lasciare? Qualcuno dice: perché non ha la fiducia di Giorgia Meloni, che vorrebbe al suo posto un fedelissimo come Maurizio Leo o Guido Crosetto. Ma allora perché portare in uno dei ministeri chiave un manager di cui non si ha fiducia? Il castello non regge. E se invece si trattasse di un attestato di stima, vorrebbe dire che la mossa di Cdp raccontata da Bisignani, cioè un’offerta al ribasso, è stata concordata con Draghi e Meloni. È davvero così?
In questo momento di transizione diventa molto difficile anche solo fare delle ricostruzioni. Si vedrà nei prossimi giorni, insomma. In attesa che Giorgia Meloni porti al Quirinale la lista dei ministri per discuterne con Mattarella. I tempi sono molto stretti se, come risulta ad Affari, dal 10 ottobre in poi la leader di Fratelli d’Italia inizierà le discussioni ufficiali. Al di là delal doverosa cronaca di un dossier fondamentale per il futuro, al momento sulla vicenda Tim-Cdp conviene smorzare i toni. Anche perché si rischia di depauperare ulteriormente un asset di primaria importanza.