Economia
La guerra dei chip: ritorsione Cina: stop all'export di gallio e germanio
La Cina si "vendica" delle limitazioni degli Stati Uniti imponendo nuove regole stringenti per i metalli: "Si tratta di una questione di interesse nazionale"
Secondo la direttiva del ministero delle Dogane cinese, le aziende saranno obbligate a fornire i dettagli degli acquirenti esteri e lo scopo di utilizzo. Inoltre, le revisioni potrebbero subire dei controlli “eccezionali” da parte del Consiglio di Stato, l’organo esecutivo che amministra la Repubblica popolare cinese.
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A quanto riferisce la nota, queste misure sono giustificate dall’esigenza di “salvaguardare la sicurezza e gli interessi nazionali". Come riporta la rivista F!, a tal proposito un editoriale del Global Times (tabloid del dipartimento di Pubblicità e Propaganda del Partito comunista cinese) ha definito le restrizioni “giuste e virtuose”.
“Chi dubita della decisione della Cina potrebbe chiedere al governo degli Stati Uniti perché detiene le più grandi miniere di germanio al mondo ma le sfrutta raramente. Oppure potrebbero chiedere ai Paesi Bassi perché hanno incluso alcuni prodotti legati ai semiconduttori, come le macchine litografiche, nella loro lista di controllo delle esportazioni. Sono loro a mettere in discussione la catena di approvvigionamento mondiale, e le colpe che appartengono a loro non dovrebbero mai essere scaricate sulla Cina, che sta difendendo i propri interessi nazionali legali in questo mondo piuttosto incerto”, conclude il Global Times.