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Economia
Cityscoot finisce in liquidazione: la sharing mobility inciampa sui conti
CityScoot

Dipendenti licenziati e 750 motorini elettrici abbandonati: ecco perchè Cityscoot ha lasciato Milano 

Quaranta dipendenti senza lavoro e 750 motorini elettrici abbandonati per strada. È questo tutto ciò che rimane a Milano dopo che l’azienda di scooter sharing Cityscoot ha interrotto il proprio servizio, iniziato nel 2018, a partire dal 30 novembre scorso. La notizia è stata data nei giorni scorsi dal “Corriere della Sera”, ma la notizia più importante è che lo scorso 8 novembre Cityscoot Italia srl, società che gestiva il servizio, è stata messa in liquidazione durante un’assemblea dei soci svoltasi a Milano davanti al notaio Domenico Garofalo a cui era presente l’unico azionista, la francese Cityscoot, rappresentata da Massimo Palombi.

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Perché la liquidazione? E’ stato presentato (e approvato) il bilancio 2022 che ha evidenziato una perdita di 4,9 milioni di euro, di poco inferiore a quella di 6,1 milioni del precedente esercizio e che, pur a fronte di ricavi saliti anno su anno da 1,3 a 2,6 milioni, ha portato il patrimonio netto in negativo per 2,7 milioni. Non solo: Palombi ha verbalizzato che la situazione patrimoniale aggiornata lo scorso 30 settembre ha evidenziato ulteriori perdite per 2 milioni. La nota integrativa del bilancio rivela che Cityscoot è stata un buco nell’acqua perché nel corso degli anni ha accumulato un rosso di ben 24,7 milioni che il socio ha ripianato fino a 19,8 milioni ma poi, qualche giorno fa, ha deciso di “staccare la spina”. Così è stata deliberata la liquidazione nominando quale liquidatore il francese David Briend, chief executive officer di Cityscoot.

“Nonostante i nostri numerosi sforzi per restare aperti, le nostre energie non sono bastate. Abbiamo un solo obiettivo: tornare", ha fatto sapere l’azienda ai propri dipendenti. Non si capisce davvero come, visti i numeri del disastro e la messa in liquidazione.

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