Economia

Coronavirus, Inps: 1,5 milioni di persone sono ancora senza cassa integrazione

Circa 500 mila dipendono dal Fondo degli Artigiani, ma i restanti 1,5 milioni attendono i soldi dall'Inps

Coronavirus, Inps: 2 milioni di persone a secco, senza cassa integrazione

L'emergenza Coronavirus in Italia non è finita, ma la crisi economica non accenna ad arrestarsi. Oltre a tutte le difficoltà provocate dalla malattia, c'è anche una questione pressante, sempre più persone faticano ad arrivare alla fine del mese. Uno dei motivi - si legge su Repubblica - è dovuto anche al ritardo della cassa integrazione, ancora 2 milioni di persone sono in attesa di riceverla, alcuni di questi non hanno ancora preso soldi da marzo. Di questi 2 milioni, 1,5 milioni dipendono dall’Inps. Il resto — una stima che potrebbe rivelarsi al ribasso — dal Fondo di solidarietà bilaterale degli artigiani. Ma se nel caso dell’Inps i soldi non mancano — 17,6 miliardi stanziati dai decreti Cura Italia e Rilancio — nel caso degli artigiani il Cura Italia ha messo solo 60 milioni a fronte di 1,242 miliardi richiesti.

Inps, i dati - spiega Repubblica - qui sono di due tipi. Da una parte, le domande già autorizzate e per le quali le imprese hanno spedito all’Inps gli SR41, ovvero i documenti che contengono gli Iban di chi deve ricevere la Cig: 17.574 lavoratori non hanno mai visto un soldo di cassa da marzo e il loro SR41 è arrivato prima del 31 maggio, mentre altri 322.707 hanno incassato marzo ma aspettano aprile e gli SR41 sono stati spediti dalle aziende dopo il 31 maggio. Totale: 340.281 lavoratori in attesa (al 29 giugno). Il secondo tipo di dati riguarda le domande ancora giacenti, alcune molto vecchie, che risultano né autorizzate né respinte né annullate dall’Inps: al 25 giugno, siamo a 107 mila domande per 1,2 milioni di lavoratori. Totale per l’Inps: 1,5 milioni senza la Cig, nelle sue tre forme (ordinaria, in deroga, fondi di solidarietà: a seconda dei settori e della dimensione dell’azienda).

Tutte le aziende possono ottenere dall’Inps un anticipo rapido del 40% delle ore autorizzate (e per la Cig in deroga non si passa più dalle Regioni). Visto che il massimale di Cig è pari a 1.200 euro (per gli stipendi più alti), il 40% corrisponde a 480 euro per una cassa a zero ore (impresa chiusa), 240 euro per una cassa a metà ore. Secondo le prime valutazioni, solo il 20% delle imprese che hanno fatto domanda dopo il 18 giugno ha chiesto l’anticipo del 40%.