Economia
Crisi demografica, calo impressionante delle nascite: nel 2100 9 mln in meno
Secondo L'Eurostat entro pochi decenni l'Italia perderà circa 9 milioni di abitanti. L'allarme dell'Istat: "Abbiamo sfondato il tetto dei 400 mila nati annuali"
Calo demografico, saremo poco più di 50 milioni tra pochi decenni
Entro il 2100 un italiano su sei non ci sarà più. Sembra forte come espressione, ma è quello che succederà al Paese fra meno di 70 anni. Lo dice Eurostat, che per allora ha calcolato un calo demografico di oltre 9 milioni rispetto ai 59,3 milioni attuali in Italia.
Questa stima è il frutto della continua decrescita che il Paese vive ormai da 30 anni. Nel 1993 infatti, per la prima volta iniziarono ad esserci più morti che nuovi nati e da allora il fenomeno è rimasto costante (fatta eccezione per il 2004 e il 2006). La decrescita si è poi aggravata a partire dal 2015 – con uno scarto annuale di 100 mila persone – per non parlare del 2020 e 2021, durante i quali l’impennata di decessi causati dal Covid ha fatto salire questo scarto a 300 mila persone l’anno.
50 milioni e 194 mila e 524. Questo è il numero che l’ufficio statistico europeo ha calcolato per il Bel paese, che dunque, stando a quanto riportato, subirà un calo del 15%. Più del doppio della media europea per lo stesso arco temporale, che è del 6%. L’Ue ha raggiunto i 451 milioni il primo gennaio di quest’anno, raggiungerà un picco di 453 nel 2026 per poi unirsi gradualmente all’inverno demografico condiviso, registrando 420 milioni di abitanti nel 2100.
In termini assoluti si tratta di 27,3 milioni di persone in meno. Prendendo in esame gli altri grandi Paesi del blocco: la Germania passa da 83,2 a 84,1 milioni, la Francia da 67,8 a 68 milioni, sensibile calo anche per la Spagna che passa da 47,4 a 45,1 milioni e per la Polonia da 37,6 a 29,5 milioni.