Economia
Cure odontoiatriche: per le famiglie italiane la spesa media è 600 euro anno

Per le cure odontoiatriche, ritenute generalmente costose ma indispensabili, la spesa è sempre più corrisposta attraverso carte e bancomat
Cure odontoiatriche: per le famiglie italiane la spesa media è di 600 euro anno. Il 74% non cambia mai dentista. Lo studio
Le famiglie italiane spendono mediamente 600 euro l'anno per le cure odontoiatriche. I numeri dell’Osservatorio Compass parlano chiaro: dopo la battuta d’arresto dovuta alla pandemia, i prestiti per la tutela della salute sono tornati a crescere. Per le cure odontoiatriche, ritenute generalmente costose ma indispensabili, la spesa è sempre più corrisposta attraverso carte e bancomat piuttosto che tramite contanti. Bene anche i finanziamenti, che supportano la capacità di spesa delle famiglie soprattutto per i trattamenti più onerosi. Cresce il ricorso al Buy Now Pay Later, rilevato nel 23% dei casi in cui è stato proposto dal dentista o richiesto dal paziente per dilazionare nel tempo il piano di cure. Non a caso, gli intervistati si aspettano di trovare presso il proprio specialista di fiducia servizi finalizzati alla rateizzazione, finanziamenti e pacchetti a prezzo concordato.
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Per chi ha subìto un intervento negli ultimi 12 mesi la spesa media è stata di 760 euro, in calo di 100 euro rispetto al 2018. Cifre non da poco, come sottolineato dal 79% degli intervistati, che ritiene le cure dentistiche troppo care, anche se indispensabili. Per questo c’è chi non bada a spese (56%) pur di sfoggiare un sorriso invidiabile. Del resto, il sorriso è sempre il miglior biglietto da visita, tanto che oltre 7 italiani su 10 dichiarano di fare di tutto per prendersi cura di bocca e denti e sentirsi sicuri e a proprio agio. La stessa cosa vale quando si tratta del sorriso dei propri figli, con l’81% che pretende il meglio.
A chi si rivolgono gli italiani per le cure dentistiche?
In Italia, un dentista è per sempre: il 74% è fedele al proprio specialista, conosciuto nel 67% dei casi attraverso la famiglia o il passaparola tra amici e colleghi. Cresce la percentuale di chi però lo sceglie attraverso il convenzionamento aziendale (7% rispetto al 4% del 2018) e sta assumendo maggiore rilevanza anche il canale digitale (6% rispetto al 3% del 2018), sempre più importante a livello informativo. In generale, i pazienti si rivolgono agli studi privati (75%), anche se sono in forte crescita sia i centri appartenenti a catene (11%, era il 6% nel 2018), sia gli studi all’interno di poliambulatori (10%, era il 3% nel 2018). Le catene, in particolare, stanno guadagnando una fetta di mercato più rilevante poiché, secondo gli intervistati, presentano un’offerta più completa in termini di servizi quali aperture e orari più flessibili, ma anche la possibilità di rateizzare/finanziare il piano di cure. C’è anche chi (14%) va all’estero per abbattere i costi, i tempi e unire alla necessità dell’intervento la possibilità di fare un viaggio, percentuale che sale al 23% sulle fasce più giovani e al 22% tra chi risiede al Sud Italia.
Dai finanziamenti alla rateizzazione: quali servizi dovrebbero offrire i dentisti?
1 intervistato su 2 si aspetta di trovare dal proprio dentista dei pacchetti di cure a prezzo concordato, come ad esempio due controlli all’anno più eventuali piccoli interventi su carie o un pacchetto di visite per l’igiene orale di tutta la famiglia, oltre che orari e giorni di apertura più flessibili (47%). Forte attenzione anche verso le modalità di pagamento del piano di cura: il 44% si aspetta di poter finanziare la spesa, il 37% di poterla rimborsare un po’ per volta, ad avanzamento lavori. Queste sono formule che caratterizzano generalmente le catene, ma che gli italiani vorrebbero trovare anche nello studio privato. A livello di mezzi di pagamento, si registra un forte incremento delle carte di debito/credito e degli altri strumenti digitali, passati dal 48% del 2018 al 67%, grazie anche all’introduzione del tracciamento dei pagamenti ai fini della detraibilità fiscale. In calo l’uso del contante (22%, contro il 47% del 2018). Il ricorso al finanziamento aumenta con gli importi delle cure dentarie fino ad essere utilizzato 1 volta su 5 per spese superiori ai €2.500.