Economia

Dal lavoro alle famiglie e all'indigenza estrema. Il piano anti-povertà di Renzi

di Andrea Deugeni
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@andreadeugeni

Terminato l'incontro con le associazioni del partenariato sociale, il governo Renzi ha convocato domani le Regioni. In attesa di capire quali saranno i margini di manovra in Europa nella richiesta di maggiore flessibilità sul target del deficit-Pil per il 2016, Palazzo Chigi procede spedito nell'elaborazione del piano anti-povertà che vedrà la luce il prossimo anno. In un'intervista ad Affaritaliani.it, il ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Giuliano Poletti spiega come si strutturerà l'intervento e quale sarà la dote finanziaria che il governo destinerà a a questo pacchetto di misure.


L'INTERVISTA

Oltre agli oltre 21 miliardi necessari a tagliare le tasse nel 2016, il governo deve trovare anche le risorse necessarie a mettere in piedi un piano anti-povertà. Come si strutturerà questo intervento?
"Abbiamo un confronto aperto con le associazioni del partenariato sociale da una parte e con le Regioni dall'altra. Quando avremo finito questo primo giro di tavolo, andremo a una stesura concreta delle linee, perché stiamo parlando di un piano generale e non soltanto di interventi specifici".

Quali sono i contorni di questo piano generale di lotta alla povertà?
"Sarà una serie articolata di tanti interventi che fanno riferimento a tante situazioni in relazione alle famiglie, al lavoro, alla presa in carico, alle politiche sociali e alla lotta alla povertà estrema. Un piano complesso e difficile da sintetizzare al momento".

Quale sarà la dote finanziaria che il governo Renzi intende destinare a questo pacchetto di misure?
"Destineremo tutte le risorse finanziarie che attualmente sono a disposizione su questo versante e che orienteremo successivamente sulla base delle linee del piano. Abbiamo un piano operativo nazionale inclusione che è finanziato dalll'Unione europea per un miliardo di euro e che sarà utilizzato per queste finalità. Poi, in sede di stesura della legge di Stabilità faremo le verifiche del caso rispetto alle risorse che saranno possibili e necessarie. E' chiaro, infatti, che con i soldi che abbiamo in cassa ora non saremmo in grado di fare tutto ciò che abbiamo intenzione di preparare".

E quindi?
"Il primo obiettivo è spendere bene le risorse che possediamo. Il secondo è quello di incrementarle. Un obiettivo che va reso coerente però con la sostenibilità dei nostri conti pubblici (all'interno della futura trattativa con la Ue nella richiesta a Bruxelles di estensione della 'clausola delle riforme strutturali', ndr). Un tema che va affrontato insieme a tutte le altre priorità del governo perché  bisognerà naturalmente guardare a tutti gli obblighi e agli impegni che ci siamo assunti e che vogliamo affrontare per il 2016. Ci sarà, quindi, un bilanciamento delle diverse esigenze. Allo stato attuale, percui, non è possibile fare delle previsioni precise su questo punto. Anche perché stiamo lavorando ad un piano che vuol dire definire le linee, gli obiettivi e gli strumenti. E poi, naturalmente, implementare le risorse".

Ma conferma la presenza di questo piano piano anti-povertà nella prossima legge di Stabilità?
"Sì. L'intervento è necessario anche perché è richiesto dalla stessa Europa con il piano operativo nazionale per l'inclusione sociale. Ma non ci limitiamo a farlo per rispondere a degli obblighi europei, ma per strutturare una serie ampie di misure su tutti i versanti in modo tale che, insieme alle Regioni e alle associazioni del partenariato sociale, si definiscano obiettivi e strumenti per collaborare, perchè la lotta alla povertà ha bisogno di una presenza molto forte e di una presa in carico delle diverse situazioni da parte dei territori, delle comunità locali, del volontariato e dell'associazionismo. Un lavoro complesso che si porta a termine con molti strumenti e in molti luoghi. Per questo abbiamo bisogno di un po' di tempo. Potremmo anche strutturare interventi interessanti e finalizzati ad un unico obiettivo o ad una specifica situazione. Ma non è quello che vogliamo. Intendiamo avere un quadro generale che metta assieme tutte le problematiche".

Il calendario è già stato definito?
"Il governo ha già fatto un incontro con il partenariato sociale, i sindacati e le associazioni d'impresa. Domani inconteremo i rappresentanti delle Regioni e poi andremo avanti".