Economia

Da General Motors a Jeep (Stellantis): ecco chi subirà il colpo più duro dai dazi di Trump... E chi no

Gli Stati Uniti importano ogni anno auto per 220 miliardi di dollari e queste nuove tariffe potrebbero far lievitare i costi fino a 75 miliardi

di redazione economia

Trump dichiara guerra alle auto straniere: chi subirà il colpo più duro e chi ne uscirà vincente

Donald Trump continua la sua crociata protezionista e questa volta, dopo vini, metallo, agroalimentare e addirittura legname e farmaci, il tycoon mette nel mirino l’industria automobilistica globale. Con un annuncio che ha immediatamente affossato i mercati, il presidente Usa promette dazi “permanenti” del 25% su tutte le auto importate negli Stati Uniti. Una mossa che travolge l’intero settore, soprattutto le case automobilistiche che producono all’estero. Ma c’è un’unica eccezione, e si chiama Elon Musk.

Gli Stati Uniti importano ogni anno auto per 220 miliardi di dollari e queste nuove tariffe potrebbero far lievitare i costi fino a 75 miliardi, con un inevitabile effetto domino su prezzi e vendite. E per le case automobilistiche che assemblano veicoli fuori dagli Stati Uniti come Ford, General Motors, Bmw, Toyota, Jeep (Stellantis) il conto sarà alquanto salato.

I più colpiti? Messico, Canada, Giappone, Corea del Sud e Germania, principali fornitori del mercato americano. Ma la stretta non si limita alle semplici vetture. No, Trump va oltre tassando anche motori, componenti e trasmissioni. Insomma una stangata all'intero settore dell'automotive, che ormai da decenni sfrutta catene di approvvigionamento internazionali per contenere i costi.

Nè vincitori nè vinti, o forse sì. Seppur Trump abbia negato qualsiasi concordanza con il suo braccio destro, Elon Musk, e quest'ultimo abbia riconosciuto l'impatto rilevante che questi dazi avranno sulle auto, c'è un altro lato della medaglia. Tesla è l’unica grande casa automobilistica che produce tutte le vetture destinate al mercato americano all’interno degli Usa nei suoi impianti in California e Texas. Risultato? Zero dazi, se non sul prezzo dei pezzi di ricambio per le auto che provengono da altri paesi.

Insomma, mentre Ford, Toyota o Bmw dovranno rivedere le loro strategie o scaricare i rincari sui clienti, Tesla si troverà con un enorme vantaggio competitivo. Certo, se Trump dovesse tassare anche le componenti importate, qualche costo in più ci sarebbe anche per Musk, ma nulla di paragonabile alla batosta che subiranno gli altri. Se i prezzi di Ford e General Motors saliranno di migliaia di dollari, Tesla potrebbe addirittura ritoccare i suoi listini al rialzo senza perdere appeal rispetto alla concorrenza.

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