Economia

Dazi, Trump e tensioni geopolitiche. Come difendere i propri investimenti, la diversificazione fa da protagonista

La guerra commerciale innescata da Trump, l'annuncio di nuovi dazi e poi la retromarcia, la Cina nel mirino e il resto del mondo appeso a un filo: come orientarsi in un contesto geopolitico sempre più incerto? L'analisi

di Redazione

Le strategie di investimento secondo Carmignac

L’annuncio di una guerra commerciale senza precedenti da parte del presidente americano Donald Trump, la reazione scomposta dei mercati che hanno bruciato miliardi in pochi giorni, e infine la retromarcia della Casa Bianca con una tregua di 90 giorni sulle tariffe- mantenute al 10% per i Paesi non colpiti da contromisure, ma aumentate fino al 145% nei confronti della Cina- delineano un quadro economico globale sempre più instabile. A pesare, però, non sono solo le decisioni economiche estemporanee provenienti da oltreoceano, bensì un contesto geopolitico sempre più acceso, in cui lo scontro tra Pechino e Washington rappresenta solo la punta dell’iceberg. Come orientarsi, dunque, in una fase storica in continuo cambiamento? Carmignac, società francese di gestione del risparmio, ha tracciato il proprio approccio strategico in una recente conferenza stampa.

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Frédéric Leroux, Head of Cross Asset Team della società francese, durante il corso del suo intervento (qui trovi il commento integrale), si è focalizzato principalmente su tre punti: mercato americano, situazione europea ed economia cinese. Secondo Leroux, le politiche economiche di Trump potrebbero minare, in modo considerevole, lo sviluppo e la crescita degli Stati Uniti. In particolare, la combinazione tra dazi “stop and go” e i forti tagli alla spesa pubblica alimentano un mix pericoloso di stagflazione e incertezza, che pesa tanto sui mercati quanto sull’economia reale. Il rischio è di arrivare a uno “choc” generato da un eccesso di protezionismo. In tale contesto, anche l’Unione europea è stata costretta a rivedere la propria politica fiscale.

La Germania, ad esempio, storicamente prudente sul fronte della spesa pubblica, sembra ora più aperta ad adottare misure espansive per rilanciare l’economia. In una situazione più complessa si trovano invece Paesi come la Francia e l’Italia dove il debito pubblico, ancora molto elevato, costringe a fare scelte più prudenti. Un altro nodo chiave è poi rappresentato dalla Cina, un Paese da sempre orientato alle esportazioni, che si trova ora a rivedere il proprio modello economico. Guerra commerciale e barriere internazionali stanno spingendo Pechino ad aumentare i consumi interni. Il governo ha già varato politiche attive per incentivare la spesa delle famiglie, in un tentativo di trasformazione strutturale che, se riuscito, potrebbe riportare fiducia tra gli investitori internazionali.

Secondo Leroux, ci troviamo dunque all’inizio di una nuova fase economica, caratterizzata da: un'inflazione strutturalmente più elevata, alimentata dalla transizione energetica, dalla deglobalizzazione e dalla fine della “pax americana”, da tassi d’interesse più alti nel lungo periodo, da una maggiore ciclicità nei mercati azionari e da un ritorno della centralità dei mercati emergenti, favorita da una distribuzione più equa della tecnologia e da un possibile indebolimento del dollaro.

Per Aymeric Guedy, analista della società francese di risparmio gestito, l’impatto della deglobalizzazione, che implica costi più elevati e minore efficienza, può tradursi nel breve termine in pressioni inflazionistiche persistenti con l’incognita sui prossimi passi delle banche centrali che appaiono riluttanti a tagliare i tassi: il mercato si attende solo due interventi da parte della Bce e tre da parte della Fed. Ma non solo. Dopo anni di tassi di default artificialmente bassi, si torna ad avere spazio per approcci selettivi.

Pierre Verlè, gestore di Carmignac, ha rimarcato come il contesto attuale favorisca strategie idiosincratiche, ovvero soluzioni incentrate su opportunità specifiche e meno influenzate dall’andamento generale dei mercati. Insomma, il contesto sempre più turbolento, segnato da guerre commerciali e nuovi dazi, impone una rivisitazione delle strategie di portafoglio. Secondo Carmignac è bene quindi mantenere una visione flessibile di lungo periodo, diversificare con investimenti ad hoc, puntando su settori tecnologici, sanitari e finanziari, e su obbligazioni legate al credito e ai tassi reali.