Economia
Dazi, parte la rivolta dei big di Wall Street: "Trump sta perdendo la fiducia dei leader economici. Si deve fermare"
Da Bill Ackman a Larry Fink il grido: "Fermati presidente"


Donald Trump

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Dazi, la rivolta dei big della finanza contro Trump: andiamo verso un collasso economico
I dazi imposti da Trump stanno avendo effetti devastanti sulle borse mondiali. Per il terzo giorno consecutivo si registrano perdite miliardarie ovunque con percentuali al ribasso addirittura a doppia cifra. Un chiaro segnale di allarme da parte degli investitori. Ad alzare al voce adesso sono anche due figure big di Wall Street, che certo non le mandano a dire al presidente degli Stati Uniti. Il miliardario e investitore di hedge fund Bill Ackman, che lo scorso anno ha appoggiato la candidatura alla Casa Bianca del presidente degli Stati Uniti Donald Trump, ha rivolto un appello e un avvertimento all’inquilino della Casa Bianca in merito ai rischi dei dazi lineari annunciati dal presidente la scorsa settimana, paventando un collasso economico e gravi danni per l’elettorato del presidente.
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"Il mondo degli affari è un gioco basato sulla fiducia. Il presidente sta perdendo la fiducia dei leader economici a livello globale. Le conseguenze per il nostro Paese e per i milioni di cittadini che hanno sostenuto il presidente – in particolare i consumatori a basso reddito, già sottoposti a una forte pressione economica – saranno estremamente negative", ha scritto Ackman in un lungo messaggi sulla piattaforma sociale X, precisando di condividere la volontà di Trump di correggere un sistema commerciale che penalizza gli Stati Uniti.
Ancora più duro il messaggio mandato da Larry Fink, Ceo di BlackRock: "Gli Stati Uniti potrebbero accusare i contraccolpo dell'enorme debito e dell'incertezza a scapito del dollaro, che potrebbe perdere lo status di valuta di riserva globale a favore del Bitcoin. Citando il protezionismo ed i suoi effetti disastrosi sull'economia, il finanziere ha osservato che "c'è più preoccupazione che mai" per l'economia e che lo status del dollaro come valuta di riserva a livello mondiale "non è garantito per sempre". Se gli Stati Uniti "non tengono sotto controllo il loro debito, se i deficit continuano a crescere" - ha avvertito Fink - il dollaro "rischia di perdere quella posizione a favore degli asset digitali, come la regina delle criptovalute".