Economia

Edison rilancia il nucleare in Italia. E ora il governo agevoli le tecnologie

di Ludovica Manusardi Carlesi

Tutti gli interventi hanno portato allo scoperto realtà incontrovertibili: le rinnovabili non saranno in grado di soddisfare la domanda di energia elettrica

Per capirci sono la generazione di reattori che avrebbero evitato il disastro di Fukushima. (I reattori di quarta generazione, ancora più sofisticati per quanto riguarda lo smaltimento delle scorie e la sicurezza, sono ancora allo stato di prototipo e si pensa a una loro commercializzazione intorno al 2030. E’ notizia recente che il gruppo Enel ha fatto un accordo con Newcleo per lavorare su tecnologia nucleare di quarta generazione).

Questo itinerario di riposizionamento sul nucleare richiede naturalmente tempo, 8/10 anni, e una forte partnership a livello europeo che vede già alleati sul nucleare 13 paesi su 27. A questo rinnovato ottimismo si deve accompagnare necessariamente una riforma del mercato dell’energia che favorisca il nucleare e finanziamenti adeguati per quanto riguarda le infrastrutture e lo sviluppo di tecnologie in cui pubblico e privato potranno, anzi dovranno, lavorare affiancati.

In questo panorama si inserisce la fusione nucleare, l’altra faccia della medaglia. Per Iter, il grande progetto internazionale sulla fusione termonucleare controllata in cui l’Italia è coinvolta con risorse e ricercatori di grande livello, si allungano i tempi e si parla del 2050 per la progettazione costruttiva del reattore Demo che dovrà dimostrare la possibilità di generare energia elettrica.

Sempre sul fronte fusione un’altra buona notizia viene dall’Eni, coinvolta come azionista strategico dal 2018 in una collaborazione con Mit di Boston nel progetto CFS (Commonwealth Fusion Systems) per la produzione di energia elettrica che dovrebbe arrivare in porto intorno al 2025 con un prototipo, e nel 2030/2035 con la prima centrale operativa.