Economia
Eni: "Chiudere con Gazprom non è possibile. Danni rilevanti e non prevedibili"
Gli atti depositati alla Sec americana: "Altre fonti non sono disponibili a breve". Il quantitativo di gas russo stabilito si paga anche se non si consuma
Guerra Russia Ucraina, l'Italia senza il gas russo rischia grosso
La guerra in Ucraina continua e col passare dei giorni la situazione si fa sempre più preoccupante a livello mondiale. La trattativa diplomatica sembra essere definitivamente saltata e si teme l'escalation del conflitto. Sul fronte italiano allarma la situazione relativa al gas russo, da un documento di Eni - si legge sul Fatto Quotidiano - depositato alla Sec americana, emerge un quadro poco rassicurante per il nostro Paese. Altre fonti non sono disponibili a breve, chiudere con Gazprom creerebbe "danni non prevedibili né quantificabili, ma certo rilevanti". Nel suo rapporto 20-F depositato l’8 aprile alla Sec (Securities and Exchange Commission) – la Consob americana – traccia infatti un dettagliato quadro dei propri timori in caso di rinuncia al petrolio e al metano russi.
Decidere di staccarsi - prosegue il Fatto - sarebbe un suicidio: con Gazprom, Eni ha contratti di fornitura a lungo termine con clausole take or pay, significa che il quantitativo concordato va pagato anche se non lo si consuma. Nel 2021 da Mosca ha comprato il 43% del gas che corrisponde a 30 miliardi di metri cubi (praticamente quasi metà dell'import italiano) e ha "asunto impegni di consegna che dipendono in parte da tale fornitura di gas naturale". La concorrenza poi non aiuta e l’aumento di costi e pressioni potrebbe mettere il Cane a sei zampe in una posizione più debole rispetto ad operatori molto più grandi. Non resta che l’Africa a cui tutti, secondo Descalzi, avremmo dovuto guardare già da tempo.