Economia
Estèe Lauder, soffre la bellezza per i minori acquisti dei cinesi
Trimestrale in calo del 7%, soprattutto nei duty free aeroportuali, per il colosso Usa della cosmetica. In arrivo 3000 licenziamenti
Estèe Lauder, soffre la bellezza per i minori acquisti nei duty-free
Pure un gigante della bellezza come Estée Lauder (The Ordinary, Clinique, MAC, Le Labo, Tom Ford, Jo Malone) sta soffrendo a livello di risultati e si trova costretta a licenziare. Il rallentamento dell’economia cinese riflessa sugli acquisti nei negozi degli aeroporti soprattutto asiatici e pure la guerra a Gaza ha rallentato la crescita del Gruppo di ben il 7%.
Appena è stato annunciato, nel corso della presentazione dei dati trimestrali, un piano di ristrutturazione da 3000 licenziamenti, le azioni sono schizzate del 19% anche se, nel 2023, il calo azionario è stato del 40%. I numeri presentati parlano chiaro: fatturato netto a 4.279 milioni di dollari nel secondo trimestre terminato a dicembre 2023 (-7%). Calo del 9% invece se si valuta il semestre chiuso a 7.797 milioni. Stesso trend per l’utile calato del 21% nei tre mesi e del 61% nel semestre (313 e 344 milioni di dollari).
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Estèe Lauder, un calo del 7% nel trimestre
Il Gruppo attribuisce la maggior responsabilità di questi risultati al business dei negozi duty-free degli aeroporti ( 1/5 dei ricavi totali). Il programma di ristrutturazione annunciato dal Ceo durerà due anni e sarà focalizzato sul ridimensionamento di alcune aree e sulla riorganizzazione dei processi ritenuti meno “snelli” di quelli dei competitors come L’Orèal.
Un lavoro di "rimessa in pista" presentato da Fabrizio Freda, presidente e Ceo "Ci troviamo ad un punto di svolta. Nella seconda metà dell’anno fiscale 2024, siamo pronti per tornare ad una forte crescita delle vendite ed ad un'espansione della redditività rispetto alla prima metà. Inoltre ci stiamo focalizzando sul nostro piano di recupero degli utili, previsti per il 2025 e 2026. Il piano prevede un programma di ristrutturazione con, come comunicato alla SEC (Securities and Exchange Commission degli Stati Uniti), una riduzione di circa 1.800-3.000 posizioni a livello globale (3%-5%) tra i 62.000 dipendenti. Messi a budget i costi della ristrutturazione, intorno ai 700 milioni di dollari.
“Crediamo che questo piano-ha concluso Freda-renderà l’azienda più redditizia, forte e sostenibile”. Chiuso il piano è previsto, secondo il Gruppo, un risparmio annuo lordo tra 350 e 500 milioni di dollari, al lordo delle imposte, in aggiunta al miliardo di dollari precedentemente riportato come parte del Piano di recupero degli utili.