Economia
Ex Ilva, Giorgetti accelera sullo Stato al 60%.Vuole liberarsi della Morselli
Secondo indiscrezioni, il numero uno del Mise avrebbe riferito alle sigle di essere propenso a cambiare il prima possibile anche il Ceo di Acciaierie Italia
Dopo un nuovo sciopero delle tute blu e con i pullman arrivati da Taranto a manifestare sotto il Ministero dello Sviluppo in occasione del terzo tavolo Acciaio con i sindacati, Giancarlo Giorgetti scopre le carte rispetto al cronoprogramma stabilito dagli accordi di dicembre fra Invitalia e ArcelorMittal che hanno dato vita ad Acciaierie Italia e che prevede che lo Stato salga in maggioranza (al 60%) a maggio 2022 esprimendo l’amministratore delegato dell'ex Ilva (a Arcelor Mittal spetterà la presidenza) con l’impegno però di identificarlo in una rosa ristretta definita in maniera congiunta dai due azionisti.
L'amministratore delegato di ArcelorMittal Italia Lucia Morselli
Nel comunicato rilasciato dal Mise al termine dell’incontro, oltre che sulla possibilità di una revisione del piano industriale, il ministro leghista si è detto ottimista anche sul poter anticipare i tempi per l'ulteriore iniezione di capitale pubblico nell’azienda (680 milioni) "nel pieno rispetto dei ruoli e dopo il confronto con il nuovo Cda con tutte le parti in causa”. Oltre all'aver rassicurato sul fatto che tutti gli esuberi conseguenti alla riconversione green degli altiforni verranno ricollocati.
Musica per le orecchie di Fiom, Fim e Uilm che dopo esser state costrette ad assistere al mancato varo del nuovo consiglio di amministrazione nell’era del coinvestimento e all’ennesima attesa di “due-tre settimane” per la sentenza del Consiglio di Stato sullo spegnimento dell’area a caldo, hanno incalzato l’esecutivo.
“Vogliamo sapere quando il socio pubblico perfezionerà l'ingresso nella società, quando darà avvio al piano industriale e ambientale, come c'entrano l'ex Ilva e tutta la siderurgia nel Pnrr”, ha tuonato la segretaria generale della Fiom Francesca Re David. Lamentando di restare "all'oscuro di tutto, non c’è un tavolo aperto sulla siderurgia e anche questi incontri al Ministero, senza la proprietà, sono soltanto informativi molto spesso determinati dal fatto che i lavoratori si mobilitano”.
Giorgetti non ha dato una timeline precisa per i prossimi step, ma il numero uno del Mise si attende che nel giro di tre settimane, dopo l’auspicata bocciatura della sentenza di febbraio del Tar Lecce dal massimo organo di giustizia amministrativa, ArcelorMittalItalia approvi il bilancio (ha tempo fino a giugno secondo le normative Covid) sbloccando lo stallo sulla governance e facendo insediare il nuovo board (la Morselli è ancora presidente e amministratore delegato). Cda che prevede l’ingresso di Franco Bernabè, Stefano Cao e Carlo Mapelli come rappresentanti del socio pubblico.
Dopodiché si vedrà come si materializzerà l’impegno dello Stato ad avvicinare i tempi per la presa del 60%, passaggio che però prevede il dissequestro giudiziario degli impianti, da cui dipende l’acquisto da parte di Acciaierie Italia dei rami d'azienda Ilva.
Il segretario generale della Fiom Francesca Re David
Anche se secondo alcune fonti l’impegno esplicitato ai sindacati è da leggersi più come un tentativo di Giorgetti di rassicurare le sigle che chiedono risposte urgenti (hanno incalzato il ministro anche sul numero degli esuberi), secondo quanto risulta ad Affaritaliani.it invece il numero uno del Mise è già alla ricerca di un nuovo amministratore delegato e starebbe già vagliando diversi profili per il dopo-Morselli. Un’impostazione dunque coerente con quanto annunciato a Fiom, Fim e Uilm a cui sarebbe stato riferito anche la sua volontà di liberarsi dell'attuale Ceo.
Infine, c’è chi fa notare come difficilmente gli indiani, che hanno già deconsolidato la partecipazione in AM Italia, si metteranno di traverso a un’accelerazione del cambio di governance.
@andreadeugeni