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Economia
Ex-Ilva, si va verso l'amministrazione straordinaria. Pasini: è allo sbando
Raffaele Fitto, Lucia Morselli e Bernardo Mattarella

Ex-Ilva, si va verso l'amministrazione straordinaria

La situazione critica dell'industria siderurgica italiana è al centro delle discussioni, con il futuro dell'ex Ilva che continua a destare preoccupazione. Il recente incontro dei ministri competenti, tenutosi a Palazzo Chigi, ha evidenziato la mancanza di un accordo completo con ArcelorMittal su come affrontare la crisi finanziaria di Acciaierie d'Italia. Lo riporta Il Sole 24 Ore.

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L'assemblea della società, programmata per venerdì, si avvicina senza una soluzione chiara in vista. I partecipanti al vertice, tra cui Alfredo Mantovano, Giancarlo Giorgetti, Raffaele Fitto e Adolfo Urso, hanno riconosciuto la necessità di individuare alternative all'aumento di capitale concordato con ArcelorMittal. Nonostante il massimo riserbo attorno alle decisioni prese, si è compreso che non vi siano attualmente sufficienti garanzie per raggiungere un accordo soddisfacente per il governo. Si è inoltre evidenziata la difficoltà di procedere unilateralmente con l'aumento di capitale senza l'impegno corrispondente del socio privato, che detiene il 62% delle quote.

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In questo scenario, l'amministrazione straordinaria resta un'ipotesi aperta, ma il governo è ancora in fase di definizione delle strategie da adottare. Si stanno valutando contro-obiezioni da presentare ad ArcelorMittal, mentre si prepara un incontro con i sindacati, che auspicano un maggior coinvolgimento del socio pubblico nella gestione. Il Ministero delle Imprese e del Made in Italy ha sostenuto un riassetto delle quote e un cambio di governance, con Invitalia che assumerebbe la maggioranza. Tuttavia, questa prospettiva è soggetta a una revisione della governance stessa e alla nomina di un nuovo amministratore delegato, designato dal socio pubblico.

La situazione rimane incerta, con il governo che sta lavorando per individuare la soluzione migliore per garantire la continuità dell'industria siderurgica, mantenendo un dialogo aperto con tutti gli attori coinvolti. Nel panorama dell'industria siderurgica italiana, le sfide e le incertezze sembrano crescere, specie per quanto riguarda l'ex Ilva a Taranto. Giuseppe Pasini, presidente di Feralpi, uno dei protagonisti dell'acciaio nel nostro Paese, ha sottolineato in un'intervista a Repubblica l'importanza di evitare la chiusura dell'impianto tarantino, evidenziando le implicazioni negative per l'intero settore.

Ricordando il precedente intervento di Feralpi nel 1992 per salvare un'azienda siderurgica in Sassonia, Pasini mette in luce le differenze tra le situazioni. Sottolinea che, a differenza della Sassonia, le condizioni attuali a Taranto sembrano più complesse, con gli attori decisionali ancora incerti sul futuro dell'ex Ilva. La questione si complica ulteriormente a causa delle difficoltà che il settore siderurgico sta affrontando nel 2023. Pasini prevede un anno meno brillante rispetto alle aspettative iniziali, attribuendo la situazione a una combinazione di prezzi in ribasso, instabilità geopolitica e crisi economica in Germania. La siderurgia, fondamentale per il manifatturiero, è fortemente influenzata dalla crescita dei tassi di interesse e dalla situazione complessiva dell'economia europea.

Un altro elemento critico emerso dall'intervista riguarda il costo dell'energia. Pur non essendo più in una situazione emergenziale, il settore siderurgico italiano è ancora svantaggiato da tariffe elettriche più alte rispetto ai concorrenti europei. Pasini sottolinea la necessità di interventi da parte del governo per contenere tali tariffe, evidenziando l'importanza di un piano energetico europeo che investa in energie sostenibili.

Quando si parla del governo Meloni, l'attenzione si sposta sul Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Pasini considera il PNRR come un'opportunità per rinnovare le infrastrutture e affrontare le sfide della sostenibilità. Sottolinea che la siderurgia italiana è già all'avanguardia in termini di sostenibilità, con oltre l'80% dell'acciaio prodotto utilizzando forni elettrici che recuperano rottami ferrosi. Infine, Pasini accenna ai piani futuri di Feralpi di quotarsi in Borsa, sottolineando che questa mossa è attualmente in fase di preparazione e non avverrà nel 2024.
 

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