Economia

Fca conferma gli investimenti. E Manley non chiude la porta a Psa

Andrea Deugeni

Il debutto del Ceo al Salone dell'Auto a Ginevra. Manley fa il punto sul piano industriale annunciato a novembre 2018

Il lancio della 500 elettrica a Mirafiori, la nuova Maserati Alfieri Modena, le versioni ibride Jeep su Renegade e Compass a Melfi e i primi investimenti sulle strutture di Pomigliano. Alla suo debutto al Motor Show di Ginevra (l'anno scorso era stato presente come numero uno di Jeep a fianco di Sergio Marchionne), Mike Manley conferma, dopo una revisione del piano industriale annunciato in autunno conseguente all'introduzione dell’ecotassa e dell’ecobonus che al momento penalizzano i modelli Fiat Chrysler, i cinque miliardi di investimenti di Fca in Italia.

ginevra fcaFoto: LaPresse
 

"Abbiamo presentato il piano di investimenti in Italia, abbiamo detto che lo avremmo rivisto, abbiamo terminato la revisione. Lo confermiamo", ha spiegato infatti il numero uno del colosso automobilistico italo-americano al Salone dell’Auto che apre oggi i battenti per l’anteprima stampa e il 7 marzo per il pubblico.

Nonostante il rallentamento dell'economia globale che ha impattato fortemente sul mercato dell'automotive, il successore di Marchionne ha anche confermato tutti i target finanziari al 2022.

Mentre tornano a circolare i rumors su un possibile interessamento dei cinesi di Geely (che in Europa possiedono dal 2010 il costruttore svedese Volvo e sono i primi azionisti del colosso tedesco Daimler) per Maserati, Manley ha sgomberato i dubbi sul futuro del marchio del lusso: "Non è in vendita. E' uno dei nostri bei brand, con un incredibile futuro".

ginevra fca3Foto: LaPresse
 

Quanto ai progressi industriali Manley ha chiarito che Fca "sta sviluppando la propria piattaforma per l'elettrico e che "al momento" non pensa a comprare quella di Volkswagen. "Se ci saranno opportunità le valuteremo", ha aggiunto.  

"Per il 2025 avremo abbastanza elettrificazione nel nostro portafoglio per essere in grado di raggiungere gli obiettivi dell'Ue" sulle emissioni, ha continuato il manager americano, indicando che "la domanda però è se il mercato le vorrà comprare".

A questo proposito, ha continuato Manley, "come sapete oggi i veicoli elettrici rappresentano meno del 2% del mercato europeo e se guardiamo alle previsioni crescerà al 30% al 2024-2025. E' un grande aumento rispetto ad adesso e noi stiamo realizzare le opzioni per fare in modo tale che se il mercato vuole comprare queste auto noi avremo le vetture giuste da offrire", ha concluso.

I MODELLI FCA PRESENTATI/ Fca ha presentato a Ginevra 3 modelli idridi plug in, 2 a marchio Jeep e uno Alfa Romeo, e una concept car a marchio Fiat per la mobilità elettrica del futuro. Il gruppo ha svelato le nuove Jeep Renegade e Jeep Compass, entrambe Phev, che saranno prodotte nello stabilimento di Melfi. Per il marchio Alfa Romeo è stata presentata la nuova Tonale, una concept car che è il primo Suv compatto ibrido plug in della casa del Biscione. La nuova Alfa Romeo Tonale sarà prodotta nello stabilimento Fca di Pomigliano. Per quanto riguarda il marchio Fiat, il gruppo ha presentato Fiat Concept Centoventi, che prende il nome dai 120 di storia della casa torinese. Si tratta di una concept car elettrica, pensata come soluzione di mobilità elettrica accessibile, totalmente personalizzabile.

A questo proposito, parlando dei modelli Jeep presentati in occasione della manifestazione, il Ceo ha ricordato come "entro la fine dell'anno le vetture ibride (Jeep Renegade e Compass, entrambe Phev) che avete visto questa mattina andranno in produzione" nello stabilimento Fca di Melfi, dove si fanno la 500X e le altre motorizzazioni della Renegade, e "all'inizio del 2020 saranno raggiunte dalla Fiat 500" elettrica. 

Sui piani futuri della società e alle possibili nuove alleanze, l'amministratore delegato di Fca ha spiegato: "Il futuro di Fca è indipendente, ma aperto a valutare opportunità". Ieri Bloomberg ha riportato che il gruppo Psa starebbe guardando a possibili intese con altri grandi costrutruttori, citando anche i nomi di Fca e General Motors. "Sarò molto chiaro", ha spiegato. "Se c'è una partnership, un consolidamento o un'alleanza, se ci porta in una posizione più forte, sono aperto a valutarla", ha risposto Manley a chi chiedeva un commento su un'ipotesi di fusione con Psa.

"Parliamo con loro continuamente e su molte cose, sapete che abbiamo una joint venture con Psa", ha aggiunto Manley. Anch'egli presente a Ginevra, il costruttore di automobili Psa ha confermato che studierà le opportunità di alleanze o fusioni con i concorrenti, senza escludere l'opzione Fiat Chysler. "Tutto è aperto, se guadagniamo possiamo restare padroni del nostro futuro, possiamo sognare qualunque cosa", ha affermato a riguardo infatti l'amministratore delegato Carlos Tavares.

Con il marchio Chrysler, Fca ha una forte presenza negli Stati Uniti, un Paese in cui Psa ha annunciato il suo desiderio di tornare nei prossimi anni. "Cinque anni fa eravamo quasi in bancarotta, ora siamo passati oltre questa fase. Ciò che è importante per noi è avere un'azienda, qualunque sia la sua dimensione, in grado di finanziare il suo futuro". Continueremo, ha detto Tavares, "a giocare la carta dei rendimenti, faremo di più con meno, poi vedremo quali opportunità si presenteranno". Già a fine febbraio Tavares aveva detto che "se emergeranno opportunità strategiche, saremo aperti alla discussione".

ginevra fca9Foto: LaPresse
 

Intanto, gli 87 mila lavoratori Fca, Cnh e Ferrari attendono ancora il nuovo contratto, un negoziato che secondo il segretario nazionale Fim-Cisl Ferdinando Uliano è "nella fase conclusiva". "In questi due giorni, 5 e 6 di marzo, proviamo a fare passi importanti per fare il contratto - ha aggiunto - siamo a un punto in cui o si superano le distanze o si rischia la rottura".

"Per noi - ha proseguito Uliano - è fondamentale che oltre al premio di efficienza introdotto nell'ultimo contratto del 2015, venga data una risposta importante sugli incrementi in paga base, la nostra richiesta è pari al 10%. L'azienda ad oggi ho dato solo una disponibilita' a discuterne e nessuna risposta in termini quantitativi. Non è sufficiente".

Il sindacato auspica in ogni caso l'accordo: "In questi quattro mesi abbiamo costruito le condizioni di contenuto per migliorare molti aspetti normativi e salariali - ha spiegato Uliano - sarebbe un errore che non si superassero alcune posizioni che rischiano di impedire un accordo, e in questo contesto economico una situazione di conflitto sul contratto è proprio la cosa da evitare".