Economia
Quasi certo, la Fed alza i tassi il 16. Più 211 mila nuovi occupati negli Usa

di Andrea Deugeni
@andreadeugeni
Tutto pronto per scrivere la parola fine alla lunga fase storica (durata sette anni) di tassi a stelle e strisce a quota zero. Con il dato del mercato del lavoro statunitense appena arrivato, la percentuale degli operatori finanziari che ora daranno per certo un aumento del costo del denaro negli Usa sarà sicuramente salito dal 75% registrato dai sondaggi fino a qualche ora fa. Già perché il Dipartimento del lavoro federale ha appena comunicato al mercato che a novembre le aziende americane hanno creato più posti di lavoro del previsto e al passo più rapido dell'anno. Il tasso di disoccupazione è rimasto fermo come previsto al minimo da aprile 2008 (al 5%, in linea con le previsioni). Questo spiana la strada alla Federal Reserve e aumenta la possibilità di un aumento dei tassi di interesse a dicembre nella prossima riunione del 16 dicembre. Negli Stati Uniti sono stati creati 211.000 posti di lavoro nei settori non agricoli, mentre gli analisti attendevano un rialzo di 200.000 unità.
Il tasso di disoccupazione è all'interno della soglia tra il 5 e il 5,2% che la Federal Reserve considera come una condizione di "piena occupazione". Il dato è positivo, tanto più che le cifre dei mesi precedenti sui nuovi salariati sono state ritoccate al rialzo: in settembre e ottobre sono stati creati complessivamente 31.000 posti di lavoro in più di quanto inizialmente stimato. Il dato di ottobre è passato da 271 a 298.000 unità, il migliore risulato mensile del 2015, quello di settembre da 137 a 145.000. La revisione dei mesi precedenti porta l'aumento mensile medio di posti di lavoro dei precedenti tre mesi a 218.000. I salari sono cresciuti di 4 centesimi, lo 0,16%, a 25,25 dollari all'ora, meno dei +9 centesimi di ottobre. Su base annuale crescono del 2,3%, più del range tra 1,9 e 2,2% segnato dal 2012 in poi e sopra la media del 2% degli ultimi sei anni. La durata della settimana media di lavoro è scesa a 34,5 ore dalle 34,6 di ottobre.
Inoltre, la partecipazione alla forza lavoro, invariata il mese precedente e in calo in settembre, è salita dal 62,4 al 62,5%, ma resta vicino al minimo da ottobre 1977, e molto al di sotto del 66% di prima della recessione. Il tasso di disoccupazione, appunto fermo al 5%, si è abbassato del 2,2% da agosto 2013, quando si attestava al 7,2%, e si riavvicina alla media tra il 4 e il 5% di prima della recessione. La Federal Reserve considera come tollerabile un valore di lungo termine non superiore al 5,5%. Il dato sul lavoro è tenuto sotto attento monitoraggio dalla Fed, che proprio sull'andamento del mercato dell'occupazione regola le proprie scelte di politica monetaria.
La Fed vuole vedere dati solidi su lavoro e inflazione prima di alzare i tassi per la prima volta dal 2006, ma il presidente Janet Yellen ha più volte aperto a un rialzo questo mese: nonostante le debolezze delle economie internazionali, cresce la convinzione che la congiuntura americana sia abbastanza solida da giustificare la prima stretta. Ma di quanto sarà e, soprattutto, con che ritmo procederà nel 2016? Gli operatori non hanno dubbi: stando alle parole di mercoledì della Yellen l'aumento sarà di 0,25 punti base e per quanto riguarda il ritmo basta guardare l'andamento dei Treasury: alla pubblicazione dei dati, il rendimento del decennale è salito al 2,35% mentre quello del biennale è decollato all'1%, per poi tornare a scendere nuovamente. Questo perchè, spiegano diversi trader, i dati sono positivi ma la crescita fiacca dei salari spingerà la Fed a essere molto graduale nel ritmo di rialzo dei tassi di interesse.
Tornando al numero sul mercato del lavoro a stelle e strisce, nel settore privato sono stati creati 197.000 posti di lavoro e 14.000 in quello pubblico. Guardando ai singoli settori, nel minerario, penalizzato dal ribasso dei prezzi del petrolio, i posti di lavoro sono calati di 11.000 unità e scendono di 123.000 nell'ultimo anno. Rialzi diffusi invece negli altri comparti, dai servizi professionali e dal manifatturiero alla sanità e alle costruzioni. A novembre erano 7,9 milioni le persone che cercavano attivamente un lavoro, ma non riuscivano a trovarlo, un numero invariato rispetto al mese precedente. Includendo anche gli americani che si accontentano di un lavoro part-time e gli scoraggiati il tasso disoccupazione è arrivato a quota 9,9%, in leggero rialzo dal 9,8% del mese precedente, ma comunque vicino ai minimo da maggio 2008.
I mercati azionari che già scontano il ritocchino di metà mese sul costo del denaro, hanno accolto bene le notizie sullo stato di salute dell'economia americana. Wall Street è riuscita ad aprire in territorio positivo nonostante la brusca accelerazione al ribasso dei future pochi minuti prima dell'avvio di seduta a causa delle indiscrezioni arrivate dal meeting dell'Opec di Vienna sul nuovo rialzo del target di produzione di petrolio a 31,5 milioni di barili al giorno, mentre le Borse europee hanno ridotto il calo.