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Economia
Fiat, Marchionne rilancia contro i gufi : "2015 eccezionale, più vicini target 2018"

In attesa di un "inevitabile consolidamento del mercato dell'auto", Marchionne prende in prestito il termine gufi dal premier italiano Matteo Renzi e, al termine di "risultati eccezionali nel 2015", rilancia sul raggiungimento da parte di Fca dei target al 2018. Gli obiettivi di termine piano sono "fattibili: il piano non è facile, ma fattibile", ha detto infatti il manager italo-canadese in conferenza stampa al Salone dell'auto di Detroit e i "target potrebbero essere raggiunti anche con volumi di vendite più bassi. La sfida per il 2016 è avere ''un'enfasi maniacale per il raggiungimento dei numeri.

E' di un'importanza fondamentale per poter dare sicurezza alla società anche quando io non ci sarò", ha aggiunto il numero uno di Fiat-Chrysler. Marchionne ha anticipato dunque che Fiat Chrysler Automobiles ha chiuso il 2015 con risultati "oltre le aspettative". Per il 2015 Fca prevede ricavi per oltre 110 miliardi di euro, un utile operativo rettificato pari o superiore a 4,5miliardi, un utile netto adjusted di circa 1,2 miliardi e un indebitamento netto industriale tra 6,6 e 7,1 miliardi. "Il 2015 e' andato bene, oltre le aspettative, siamo nella fascia alta della guidance. A fine gennaio vedrete che la distanza per raggiungere gli obiettivi del 2018 non e' enorme. Non sara' facile ma sono risultati fattibili.

In ogni caso, dal 2004 a oggi abbiamo fatto molta piu' strada di quanta ce ne resta", ha sottolineato Marchionne. Si e' trattato, per Marchionne, di "risultati eccezionali sotto tutti i punti di vista", anche grazie alla "strepitosa" performance di Jeep, "un marchio che riuscira' a incrementare ancora il ritmo di crescita da qui al 2018. Raggiungere i nostri obiettivi ci liberera' anche da quelli che Renzi chiama i gufi: dobbiamo provare a loro e a noi stessi che abbiamo le capacita' per arrivare al 2018 e confermare gli obiettivi senza assistenza e a prescindere dal consolidamento".

"Non programmiamo cessioni, raggiungeremo gli obiettivi con la cassa", ha precisato ancora Marchionne, che ha voluto lanciare anche una stoccata agli analisti dubbiosi sul raggiungimento dei target: "Chi dice che non raggiungeremo gli obiettivi non ci interessa. Non conosco un analista che abbia azzeccato le previsioni su Fiat negli ultimi dieci anni". "Accetto volentieri le critiche all'azienda", ha proseguito, "ma quando andiamo a guardare la delicata situazione dei mercati globali, come la Cina o il Brasile. Questa azienda e' l'unica che riesce a guadagnare come mass producer in tutte le quattro regioni dove produce. Poi e' ovvio che dobbiamo dire: meno male che c'e' l'America e il mercato americano, dove cresciamo ininterrottamente tutti i mesi da oltre cinque anni. Qualcosa saremo pur capaci di fare".

"Per raggiungere gli obiettivi finanziari, abbiamo la flessibilita' necessaria per adattare la produzione alla domanda: in altri termini non ci interessa fornire previsioni di volume, perche' il nostro target di utili puo' essere raggiunto anche con meno vetture piu' remunerative", ha aggiunto. "I volumi non contano, non so nemmeno se ne parleremo alla fine di gennaio". "Non ho niente di negativo da dirvi", ha quindi puntualizzato Marchionne, ribadendo che "il mercato continua a essere difficile". Il numero uno operativo di Fca e' stato ovviamente interpellato anche sull'auspicato processo di consolidamento del settore. "Il discorso del consolidamento e' inevitabile. I costi nel nostro settore non cambieranno, anzi. Aggregarsi e condividere i costi e' un obiettivo che resta invariato, anche se l'industria sta provando a cambiare pelle", ha ribadito Marchionne.

"Anzi, i costi aumenteranno. Con la complessita' delle scelte industriali, il peso degli investimenti sui conti si aggravera'. Il consolidamento non lo abbiamo abbandonato perche' lo riteniamo il perno fondamentale dello sviluppo di questa industria, ma abbiamo deciso di rendere il piano industriale la cosa piu' importante" alla luce anche dell'andamento dei mercati rispetto a pochi mesi fa. A tal proposito Marchionne ha citato due Paesi in particolare: il Brasile, che "sta avendo problemi e li risolvera'", e l'Argentina, dove sono avvenuti "cambiamenti non prevedibili" come l'ascesa al potere del nuovo presidente Mauricio Macri.

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