Fiat, Marchionne rilancia contro i gufi: "2015 eccezionale, più vicini target 2018"
Ovviamente, parlando di consolidamento non potevano mancare domande su Gm e sull'ingresso nel settore di grandi player high-tech. "Al momento niente per essere assolutamente chiari", ha risposto Marchionne a chi gli chiedeva quante fossero le possibilita' di una partnership con General Motors, mentre sulle voci di un accordo di collaborazione con Google ha parlato di una relazione "naturale" anche se ha chiesto tempo per arrivare ad annunciare qualcosa di concreto. "Per quanto riguarda l'ingresso di Google con la guida autonoma non stiamo realmente scoprendo niente di nuovo. Il nostro settore genera concetti nuovi in maniera molto naturale. Cambieremo, la tecnologia ha un forte impatto sullo sviluppo delle settore, ma la relazione con Google e altri agenti di cambiamento e' naturale, aperta e non antagonista", ha affermato il Ceo.
"Del resto, dichiarare guerra alla Silicon Valley sarebbe un'idiozia di quelle bestiali, perche' le nuove tecnologie hanno una velocita' di cambiamento che non e' pareggiabile dalla nostra industria, che ha tempi piu' lenti. Continueremo a lavorare con Google e con altri, come abbiamo sempre fatto. Tutto il lavoro che stiamo facendo lo vedrete sulle vetture: quella e' l'unica prova di quanto sappiamo fare, il resto e' tutta fuffa". A Marchionne e' stato anche chiesto dell'andamento in Borsa di Fca e Ferrari dopo lo scorporo con il titolo della Rossa protagonista di un calo del 10% dal debutto a Piazza Affari di sette giorni fa.
"Parlare della reazione di Ferrari in Borsa quando c'e' stato lo scorporo e la distribuzione dell'80% del capitale e' da cretini", ha chiosato l'amministratore delegato. Su Ferrari e' stato interpellato anche John Elkann, presidente di Fca, nonche' numero uno della neo controllante Exor. "Siamo contenti con l'attuale quota, abbiamo la possibilita' di aumentarla, ma non abbiamo mai detto che l'aumenteremo", ha risposto Elkann a chi gli chiedeva della possibilita' di aumentare la partecipazione nel capitale di Ferrari. La holding torinese, che detiene il 23,5% del capitale ordinario della casa di Maranello e il 33,4% dei diritti di voto, potrebbe, secondo un documento inviato alla Sec, "acquisire altre azioni in Ferrari coerentemente con la sua filosofia generale di investimento in base alla quale cerca di avere posizioni di controllo (generalmente il 30% o piu' delle azioni) nelle societa' in cui investe".