Economia
Farinetti e i santi in paradiso, al centro che ospita FICO prestati 2 mln di euro
Quale impresa ha un tale favore? Il Comune di Bologna fa da banca. E intanto la Sanità emiliana si prepara ad annunciare un buco da 400 milioni di euro
Farinetti da guru a fiasco. Il Centro Agro Alimentare di Bologna, dove ha sede FICO, riceve dal Comune a guida Pd un prestito da 2 milioni di euro. "La Coop sei tu..." e quindi presti tu...
Oscar Farinetti star televisiva, Oscar Farinetti possibile ministro dell’Agricoltura, Oscar Farinetti guru della cultura alimentare italiana. Ve lo ricordate tutte le sere in tv? Quando diceva: “Il grande salto dall’essere buoni all’essere giusti è l’abbinamento con la furbizia. Se riusciamo a essere furbi e coraggiosi diventiamo giusti”. E anche qualche santo in paradiso aiuta!
Sarebbe bastato concentrare le eccellenze agroalimentari italiane in una vetrina mondiale per farne un successo. Ma come avevamo spiegato già al momento della progettazione, FICO non è nato per concentrare davvero le eccellenze del Belpaese. E così si è tramutato in un flop con milioni di euro bruciati, pochi visitatori, investitori nei guai e l'ombra della speculazione immobiliare.
In queste ore il Comune di Bologna ha deciso di versare 2 milioni di euro al Caab, Centro Agro Alimentare di Bologna, dove hanno sede l’opera di Farinetti e i supermercati Coop. La “creatura” non ha liquidità.
Ma attenzione è solo un prestito, almeno per quanto c'è scritto sulla carta. Un’erogazione a una società controllata non sarebbe legittima. Le difficoltà hanno intaccato in profondità il grande progetto del cibo bio e gourmet, per giunta di fianco a un inceneritore, che prometteva milioni di turisti, di fatturato e migliaia di posti di lavoro.
Nella delibera appena approvata dalla giunta del sindaco di Bologna, Matteo Lepore (Pd), ex responsabile del territorio per Legacoop (la settimana prossima la delibera passerà in Consiglio Comunale), si legge: “Necessità di fare fronte al piano di rimborso dei mutui in essere, accesi al fine di estinguere anticipatamente il debito storico verso il Comune di Bologna (in particolare l’esercizio 2023 è particolarmente gravato dal piano di rimborso, essendo previste rate per 2,5 milioni, oltre al rimborso di 1 milione di finanziamento hot money) e dall’altro alle conseguenze della pandemia da COVID-19 che ha influito negativamente sulla redditività del Fondo PAI Comparto A, con conseguente mancata distribuzione di dividendi da parte del fondo stesso e difficoltà di realizzazione della cessione delle quote del fondo detenute da CAAB (entrate che la società contava di utilizzare per l'estinzione dei mutui in essere); l’andamento negativo del Fondo PAI Comparto ha inoltre comportato la risoluzione di un contratto di pubblicità sull’intera area CAAB/FICO e ritardi nei pagamenti da parte di Prelios degli oneri condominiali e dei canoni di locazione del lastrico accessi; in seguito alla crisi, a partire dal 2020, inoltre CAAB ha ricevuto alcune disdette di contratti di concessione e locazioni e ha registrato un ritardo nello sviluppo dei progetti di internazionalizzazione, ma la società conta di tornare alla piena occupazione degli spazi del mercato nel 2023”.