Economia

Focus commodity, come un investitore retail può puntare sulle materie prime

di Nevia Gregorini*

Investire direttamente sui future comporta l’investimento di un ammontare molto importante e il deposito di margini di garanzia: le alte soglie di ingresso rendono queste strategie accessibili quasi esclusivamente ad operatori professionali.

Per gli investitori retail è però comunque possibile investire sul mercato delle materie prime tramite i certificates, prodotti quotati sul segmento Sedex di Borsa Italiana e acquistabili tramite qualunque banca o intermediario, conoscendo semplicemente il codice ISIN.  Con i certificates è possibile diversificare in maniera efficiente anche portafogli retail. Essi infatti consentono di investire sulle materie prime sottostanti, senza la necessità di avere un conto in dollari né di preoccuparsi dei future sottostanti: mentre le materie prime quotano tipicamente in valuta statunitense, i certificates consentono di acquistare la commodity direttamente in Euro, grazie ad una conversione automatica del cambio; inoltre, sarà l’Emittente stesso a occuparsi del rollover dei future, cioè poco prima della scadenza del future corrente, l’Emittente si preoccuperà di venderlo e sostituirlo con il future con la scadenza successiva/più liquido. 

Bnp Paribas è l’emittente che al momento ha la più vasta gamma di certificates a leva: prodotti a leva fissa, che consentono di moltiplicare per 5 o per 7 le performance di WTI e Brent al rialzo o al ribasso su base giornaliera e prodotti a leva variabile che includono Turbo e Minifutures, che consentono di esporsi con un’ampia scelta di leve a WTI, Brent e Gas Naturale. Turbo e Minifuture in particolare, consentono di investire al rialzo (Long) o al ribasso (Short) su un determinato sottostante, beneficiando di un effetto leva variabile, che dipende dallo strike dello strumento e dalla quotazione del sottostante al momento dell’acquisto del certificate: quanto più vicino sarà lo strike al prezzo di mercato del sottostante, tanto minore sarà il prezzo del Turbo o Minifuture e tanto maggiore sarà quindi l’effetto leva. I Mini future e i Turbo certificates prevedono inoltre un meccanismo automatico di stop loss, che determina l’estinzione anticipata dello strumento nel momento in cui il prezzo di mercato del sottostante si avvicina troppo allo strike. 

I leva fissa sono certificati che offrono anch’essi la possibilità di investire al rialzo o al ribasso su un determinato sottostante, ma l’effetto leva viene stabilito all’emissione e viene applicato quotidianamente alla performance giornaliera del sottostante stesso. Se quindi nell’arco di una seduta di negoziazione, la performance del sottostante viene effettivamente moltiplicata per 5 o per 7, se si detiene il prodotto per più giorni tale relazione tende invece a perdersi, per effetto del cosiddetto «Interesse Composto». La performance di una posizione mantenuta per più giorni è data dal prodotto delle performance giornaliere registrate nell’arco dei diversi giorni in questione: la performance settimanale o magari mensile di un Leva Fissa potrà essere anche molto diversa da quella del sottostante moltiplicata per l’effetto leva.

Turbo e Minifuture non sono invece soggetti all’”Effetto dell’Interesse Composto” ed è per questo che si adattano anche a un’operatività multigiornaliera, e ad esigenze di copertura, che tipicamente implicano il mantenimento della posizione per tempi medio/lunghi. Una volta acquistato un Mini future o un Turbo, l’effetto leva della posizione risulta automaticamente definito dal rapporto tra il prezzo del sottostante al momento dell’acquisto e quello del certificato, e a quel punto diventa fisso: sulla base di questo fattore si potrà così definire la propria esposizione sul mercato, sia essa di tipo speculativo o di copertura. Pertanto, l’investitore decide al momento dell’investimento la leva finanziaria, che resta invariata fino alla chiusura della posizione.

*Global Markets BNP Paribas