Economia

Follia Ue: ci chiede di ridurre il debito ma vuole che spendiamo in armi

di Enrico Verga

Tra il 2 e il 3% del Pil dovrà essere valorizzato per rispettare i neo-reintrodotti paramenti debito-Pil o per la quota Nato

Il concetto di medio termine dovrebbe far riflettere. Non esiste un consensus sulla quantità di tempo che questo modo di dire implica: a seconda dell’area dove esso viene applicato si va dai due ai 10 anni. Idealmente 10 anni è un tempo valido per una nazione per ridurre il proprio debito Pil. Diamo un attimo i numeri: il nostro debito pubblico è calato al 144,4%. Portare questa cifra al 60% implica politiche di contenimento della spesa pubblica per famiglie, ospedali, investimenti infrastrutturali, pensioni etc…. entro 10 anni (se diamo per assunto che questo sia il massimo del concetto di “medio termine”) l’Italia dovrebbe più che dimezzare il suo debito, andando a incidere su tutti gli investimenti che il governo compie nei confronti della società civile, economica e industriale

Per ottenere questi risultati è plausibile che l’Italia debba valutare la messa in vendita di qualche asset immobile o quote in aziende a partecipazione pubblica. Difficile immaginare che in 10 anni, se questo è il massimo termine, il debito possa essere riportato al 60%. Ovviamente il Pnrr è uno strumento ottimo per aumentare la crescita dell’economia. L’Italia ha qualche problema storico nello spendere i soldi che ogni anno vengono erogati dalla UE (Emilia Romagna docet). Pensare che tutti i soldi del Pnrr, di cui una parte a debito da restituire, andranno solo in progetti che avranno una Roi rilevante è poco plausibile, specie se l’Italia manterrà la sua “flessibilità”, nel cambio di governi nei prossimi anni.