Economia
Francia, morto Jean-Paul Fitoussi: economista europeista e anti-austerity
Nato a La Goulette, in Tunisia, il 19 agosto 1942, era docente alla Sciences Po di Parigi, l'istituto degli studi politici e alla Luiss di Roma
Morto l'economista Jean-Paul Fitoussi, negli ultimi mesi aveva avuto un ruolo importante nell’organizzazione del prossimo festival dell’economia di Trento
Lutto nel mondo accademico europeo: l'economista francese Jean Paul Fitoussi è morto a Parigi all'età di 79 anni. Docente alla Sciences Po di Parigi, l'istituto degli studi politici, e alla Luiss di Roma era nato a La Goulette il 19 agosto del 1942. Negli ultimi mesi aveva avuto anche un ruolo importante nell'organizzazione del prossimo festival dell'Economia di Trento, in programma per il prossimo giugno.
Tra le tante cose dal 1989 ha presieduto l’osservatorio francese sulle congiunture economiche (Ofce). Era anche membro del consiglio scientifico dell’Istituto François Mitterrand e dal 2010/11 ha partecipato all’insegnamento in International relations, prima laurea magistrale in lingua inglese della Luiss.
Jean Paul Fitoussi era un economista che credeva nell'Europa, amico dell'Italia e con una lunga frequentazione nel nostro paese; studioso contrario ai dogmatismi dell'economia, attento alle ricadute sociali delle politiche di bilancio, pronto a criticare l'austerità e le eccessive rigidità che hanno caratterizzato le crisi che si sono succedute dal crac della Lehman Brothers. I suoi lavori riguardano tra l'altro le teorie dell’inflazione, la disoccupazione, le economie aperte e il ruolo delle politiche macroeconomiche. È stato un critico della rigidità nelle politiche di bilancio e di economia monetaria, per gli effetti negativi sulla crescita dell’economia e sui livelli di occupazione.
Tra i suoi libri più noti "Il teorema del lampione", dove esaminava quanto successo nel 2007-2008, quando erano entrate in crisi la teoria economica, le banche, la finanza mondiale, il debito sovrano. Causa di questa situazione, sosteneva Fitoussi, era anche l'irragionevolezza di voler affrontare l'avvenire cercando soluzioni solo sotto il "cono di luce" che ci giunge dal passato, come l'ubriaco che cerca le chiavi non dove le ha perdute ma dove c'è la luce del lampione.
Le teorie economiche sono falsificate dai fatti, questa l'idea, e le nostre politiche non riescono più a rendere conto della realtà né a rispondere ai bisogni della popolazione. Fitoussi, insieme ai premi Nobel Joseph Stiglitz e Amartya Sen, aveva anche redatto un documento sul Pil, definito "la misura sbagliata delle nostre vite", giudicato non più affidabile come indicatore economico.
"Il Pil, affermava in un'intervista, sarebbe una misura economica utile se riuscisse almeno a rendere l’idea della distribuzione della ricchezza di una nazione. Però il Pil può avere segno positivo anche quando l’80% della ricchezza va all’1% della popolazione: ma quella non è una nazione ricca, perché un’economia può essere definita in espansione solo quando l’aumento del benessere è distribuito tra la maggioranza della popolazione".
"E' una delle tante misurazioni imperfette della contabilità nazionale che non sono tarate sull’appartenenza a una determinata categoria di reddito. Potrei citare allo stesso modo l’inflazione, che è maggiore per chi ha un reddito basso, perché gran parte di esso è assorbito dall’acquisto di beni alimentari, di benzina e negli affitti. Tutte spese vincolanti e caratterizzate da alta inflazione. Per chi è ricco, invece, queste spese rappresentano una porzione irrilevante del reddito".
Mentre a proposito della guerra in Mosca-Kiev, in uno dei suoi ultimi interventi, Fitoussi aveva sostenuto che "l’Ucraina è Europa" e che "tutti i Paesi europei ne subiranno le conseguenze". E poi che, se venisse trovato un compromesso in grado di soddisfare Putin, "l’Unione europea pagherà più di tutti" e "Mosca avrà ancora più potere sul gas".
Immediate le reazioni da parte della politica italiana: Renato Brunetta, ministro per la Pubblica amministrazione, in una nota ricorda così l'ex docente Luiss: "La fede nell'Europa federale ele, la critica alle politiche di bilancio basata su parametri solida rigidi, sostegno alle misure espansive come motore per la crescita e strumento anti-disuguaglianze, l'analisi mai banale della crisi delle democrazie liberali Con Jean-Paul Fitoussi se ne va oggi non solo un economista vivace e coraggioso, docente emerito all'Istituto di studi politici di Parigi e professore alla Luiss, ma un amico di tante battaglie e dell'Italia. È un giorno triste. Addio Jean-Paul, compagno di strada. Ci mancherai moltissimo".