Economia
Generali, Caltagirone esce dal Patto: presenterà una propria lista per il Cda
A sorpresa l'imprenditore scioglie l'accordo con Delfin e Crt. Nella lettera sottolinea che "ritiene oramai superata la funzione cui il Patto era preordinato"
Con una lettera il gruppo Caltagirone ha annunciato il recesso dal Patto di consultazione stretto con Delfin (Del Vecchio) e la Fondazione Crt
Con una mossa a sorpresa, le società del gruppo Caltagirone hanno comunicato a Delfin (Del Vecchio) e Fondazione Crt il proprio recesso dal Patto stretto su Generali. E' quanto emerge da una lettera inviata dal gruppo Caltagirone, socio di Generali, a Delfin e Fondazione Crt in cui l’imprenditore romano ha anche spiegato i motivi alla base della propria decisione di sciogliersi dagli impegni di consultazione in vista dell'assemblea di aprile per il rinnovo del Cda. Nella lettera il gruppo Caltagirone spiega che "ritiene oramai superata la funzione cui il Patto era preordinato”.
Conseguentemente le società del gruppo Caltagirone "così da perseguire le proprie strategie e prescegliere le proprie politiche di voto e dell'esercizio delle prerogative di azionista in modo aperto al confronto con il mercato e la generalità degli investitori".
"Ciò anche nell'ottica di evitare di alimentare ricostruzioni tanto fantasiose quanto infondate circa i contenuti degli impegni reciproci che erano stati convenuti", viene spiegato nella lettera facendo riferimento ad alcuni articoli di stampa. "Stante tutto quanto sopra, con la presente lettera le società del gruppo Caltagirone intendono recedere, come in effetti recedono, con decorrenza immediata dal Patto Parasociale", "restando ovviamente impregiudicata la libertà di eventualmente interloquire su questioni di comune interesse, in coerenza con la prassi degli affari", conclude la missiva.
Nella lettera, si legge anche che “le società del gruppo Caltagirone hanno maturato la decisione di presentare una propria lista per il rinnovo del consiglio di amministrazione di Assicurazioni Generali, sebbene non sia stata ancora assunta una univoca determinazione circa la promozione di una lista cosiddetta lunga (di maggioranza, ndr) oppure corta (di minoranza, ndr)". In quest'ottica "ritengono ormai superata la funzione cui il patto era preordinato".
Secondo alcune fonti, la mossa dell'imprenditore romano, concordata con Delfin e la fondazione torinese con cui non sarebbe venuta meno l'idem sentire sulla compagnia assicurativa, mira a sterilizzare il rischio che l'Ivass e la Consob contestino ai pattisti il concerto viste le mosse tipiche di un patto di sindacato e non di mera consultazione. Tanto che Caltagirone, mentre continuano gli acquisti in Borsa di titoli Generali dei soci contrari a Donnet, sottolinea che lo scioglimento ha effetto "immediato".
Secondo altre invece, che sottolineano il passaggio della lettera riguardo a "ricostruzioni tanto fantasiose" (come la fusione futura di Generali con Zurich, con tanto di lauto premio per i pattisti) è una mossa che punta a cambiare la percezione del mercato dei due imprenditori, Del Vecchio e Caltagirone giudicati come raider e non come invece azionisti che vogliono una crescita industriale maggiore come invece affermato nelle ragioni di sottoscrizione del patto, in vista della decisiva assemblea di aprile, in cui è in gioco la governance della compagnia.