Generali, Sapelli: "Francia e Germania si stanno spartendo gli asset italiani"
L'economista e storico Giulio Sapelli, intervistato da Affaritaliani.it spiega cosa cambierebbe se Generali finisse in mano straniera
di Andrea Deugeni
@andreadeugeni
"Come avvenuto nell'Italia del 500, descritta da Macchiavelli e da Guicciardini, il Paese è diventato terra di conquista fra Parigi, l'imperatore e Venezia. Oggi, Venezia non esiste più e sono attivi i francesi e i tedeschi che si stanno spartendo gli asset tricolori". L'economista e storico Giulio Sapelli (nella foto sotto), intervistato da Affaritaliani.it interviene sul caso Generali e spiega perché è importante che la compagnia assicurativa non finisca in mano straniera. Poi il ruolo di Banca Intesa e del governo, "che deve farsi sentire".
L'INTERVISTA
Cosa sta succedendo in Generali? Il chief financial officer, Alberto Minali, se ne va, sembra anche per contrastare il disegno sotterraneo di impacchettare le Generali per prepararla al grande takeover di Axa. Così, Intesa è pronta a muoversi in tandem con Allianz...
"E' uno scenario che conferma quello che pensavamo in molti".
Quale?
"Che Banca Intesa, istituto italiano molto radicato territorialmente e banca di sistema, si sarebbe alla fine candidata ad ostacolare l'arrivo dei francesi in Generali. E' una notizia positiva".
E' positivo il rischio di perdere le Generali?
"No, è positivo il fatto che nel sistema italiano, esista ancora qualche segmento, attore che si muove per difendere un patrimonio del nostro Paese".
Cosa cambia in Italia se Generali finisce in mano francese o tedesca?
"Succede che la nostra economia perde uno dei suoi punti di riferimento, perché Generali è collegata a Mediobanca e a UniCredit".
D'accordo, ma il Leone si trova a fine della catena di controllo che parte dal gruppo guidato da Jean Pierre Mustier e passa per Piazzetta Cuccia...
"Lo so benissimo, ci sono però dei rapporti stretti fra i tre snodi e significherebbe che la lotta con la Francia inizia a farsi pesante. Si divide una catena che produce molto valore e c'è una resistenza da parte di Banca Intesa a far sì che questo non avvenga. La questione delle Generali è importante anche dal punto di vista del risparmio. Sarebbe un rischio se la compagnia italiana finisse sotto l'insegne di Axa. Farebbe meglio che facesse parte di un fronte di bancassurance governato da Intesa e non da istituti stranieri. Il governo dovrebbe intervenire e dire la sua, esercitando la propria moral suasion. E' importante che faccia capire che è meglio che Generali non finisca in mano straniera".
D'accordo, ma come fare se le forze di mercato parlano chiaro? Generali capitalizza all’incirca 21 miliardi, meno di un terzo, ad esempio, dei 73 miliardi di Allianz...
"Purtroppo dobbiamo prendere atto che è in corso la spartizione degli asset tricolori fra Francia e Germania in una campagna d'Italia. Ricordiamo che Allianz ha già ingoiato la Ras, compagnia che apparteneva prima alla famiglia Pesenti. Come avvenuto nell'Italia del 500, descritta da Macchiavelli e da Guicciardini, il Paese è diventato terra di conquista fra Parigi, l'imperatore e Venezia. Oggi, Venezia non esiste più e sono attivi i francesi e i tedeschi che si stanno spartendo gli asset tricolori".
In tutto questo, quindi, le dichiarazioni del Ceo di UniCredit, Jean Pierre Mustier e di quello di Generali, Philippe Donnet, sull'italianità del Leone sono fasulle...
"Fanno parte del gioco di specchi e di ruoli che è tipico della finanza e dei manager mentre esercitano le loro funzioni di amministratori delegati. Aspettiamo la voce del governo che deve farsi sentire. In tutti gli altri Paesi europei, l'esecutivo si sarebbe già fatto sentire".