Economia
"Gilet gialli come Salvimaio. Uniti contro l'austerity Ue". Parla Rinaldi
L'economista Rinaldi: "Molti dei punti rivendicati dal movimento francese possono essere sovrapponibili a quelli presenti nel contratto di governo M5S-Lega"
"L'asse fra M5S e i gilet gialli? Molti dei punti rivendicati dal movimento francese possono essere tranquillamente sovrapponibili a quelli presenti nel contratto di governo che ha dato vita all'esecutivo Conte, alleanza che ha tolto dalle piazze la protesta che c'è ora in Francia, in primis contro l'austerity europea, incanalandola su binari istituzionali". Lo spiega ad Affaritaliani.it Antonio Maria Rinaldi (nella foto sotto), docente di Finanza Aziendale alla Link Campus University di Roma, economista molto ascoltato dal popolo grillino che sabato parteciperà a Roma ad un convegno, in cui saranno presenti anche i due capi moderati dei gilet gialli francesi, Veronique Rouille e Yvan Yonnet. Esponenti che, si dice, potrebbero incontrare anche il vicepremier e leader del M5S Luigi Di Maio.
Come valuta la protesta di questo movimento che potrebbe scendere anche in politica già in occasione delle Europee di maggio?
"E' la reazione di un Paese come la Francia dove evidentemente i partiti tradizionali non hanno saputo dare delle risposte concrete ai problemi della gente. Quello dei gilet gialli è un movimento spontaneo che viene dal basso e che evidentemente indica come una grande fetta degli strati sociali non si senta più rappresentata a livello politico e abbia deciso di scendere in piazza. Storicamente, in Francia sono dei maestri in questo".
Il 10 dicembre, però, il presidente francese Emmanuel Macron ha dato delle risposte a queste istanze con un pacchetto di norme che oltretutto porterà Parigi a sforare quest'anno il tetto Ue del 3% nel rapporto deficit/Pil...
"Pacchetto che però i gilet gialli hanno bollato come 'mance', tant'è che la protesta sta andando avanti".
Ieri, Di Maio si è schierato apertamente, con un post sul Blog delle Stelle, a favore dei gilet gialli, offrendo loro anche sostegno concreto con la piattaforma Rousseau. Come valuta l'endorsement del vicepremier che, sempre ieri in serata, ha ricevuto le critiche da parte della ministra agli Affari europei del governo Macron?
"Non sono un iscritto nè al M5S nè alla Lega, ma da osservatore esterno vedo che molti dei punti rivendicati dal movimento francese possono essere tranquillamente sovrapponibili a quelli presenti nel contratto di governo che ha dato vita all'esecutivo Conte. C'è una certa vicinanza di istanze".
Quali in particolare?
"Innanzitutto, la totale opposizione alle politiche di austerity portate avanti dall'Ue e, di fatto, avallate da tutti quanti i governi europei degli ultimi anni. Poi, c'è la volontà di rimettere il cittadino al centro dell'azione politica, cosa non fatta prima da tutti gli esecutivi del Vecchio Continente e di tutelare le fasce della popolazione più esposte all'andamento del ciclo economico. Come? Aumentando i salari minimi e concedendo sgravi fiscali sugli straordinari di lavoro. Un altro punto in comune è il severo controllo dei flussi dell'immigrazione. Sono una quarantina i punti portati avanti dai gilet gialli e in molti di questi s'intravede una perfetta identità con il governo italiano".
E' per questo che l'onda dei gilet gialli si sta espandendo in tutta Europa e non nel nostro Paese?
"Sì, uno dei motivi è che in Italia il nostro governo è molto più vicino alle loro istanze rispetto ad altri esecutivi. Il governo Lega-M5S ha incanalato la protesta francese delle piazze su binari più istituzionali, portando avanti molte delle ragioni dei gilet gialli che nel nostro Paese sono visti con simpatia e ammirazione".
Quali saranno gli effetti di quest'onda di protesta sulle elezioni europee di maggio?
"Nel caso si confermasse l'esordio politico, il movimento francese, secondo i sondaggi internazionali, potrebbe prendere il 15-16% dei voti. Poi bisognerà vedere quale sarà lo spazio elettorale che andrà ad erodere. Anche se, a dir la verità, si ha l'impressione che la manifestazione spontanea transalpina non abbia una precisa colorazione politica. Tradizionalmente, quando si tratta di rivendicare i propri diritti, i cittadini francesi non guardano il colore dell'appartenenza".
Gilet gialli a Parigi (foto Lapresse)
Riconoscendo come le richieste dei gilet gialli "sposano lo stesso spirito che ha animato il M5S e migliaia di italiani fin dal 4 ottobre del 2009, il giorno della nostra (5S, ndr) nascita", lo stesso Di Maio ha sempre affermato che i grillini non sono nè di destra nè di sinistra...
"Infatti, è un ulteriore elemento di vicinanza politica. Alle Europee di maggio si giocherà una partita molto importante per i futuri equilibri a Bruxelles".
Ce la faranno queste forze a scardinare il duopolio Ppe-Pse nella determinazione della nuova Commissione?
"E' una bella sfida, ma rispetto alla configurazione passata delle preferenze dei seggi, la situazione cambierà radicalmente. Molto dipenderà dal gioco delle alleanze che si faranno in Europa fra i partiti critici dell'establishment Ue, gli schieramenti cosiddetti 'populisti'. I due leader italiani, Matteo Salvini e Luigi Di Maio si stanno muovendo per preparare il terreno. Ppe e Pse usciranno molto ridimensionati. Ci saranno delle forze che avranno molto successo, come i Verdi in Germania. In Italia, Forza Italia e Pd, i tradizionali riferimenti di Ppe e Pse, non riusciranno a ripetere le performance passate. Ci sarà una nuova geografia degli assetti, di cui comunque dovrà tener conto la formazione della Commissione che dovrà passare al vaglio della fiducia di Strasburgo".
Quello che colpisce della protesta nata in Francia, di cui è molto difficile immaginare il futuro, è che le due principali forze estremiste d'Oltralpe - che alle ultime Politiche hanno preso oltre il 20% e cioè, a destra, il Front National di Marine Le Pen e, a sinistra, la France insoumise di Jean-Luc Mélenchon - non siano riuscite ad intercettare il malcontento che sta esplodendo ora...
"La punta di forza dei movimenti populisti in Europa, come anche quello dei gilet gialli, è che la politica tradizionale non è riuscita a dare minimamente delle risposte adeguate alle esigenze dei cittadini e dell'economia reale. Anche Le Pen e Mélenchon guardano con timore alla discesa in campo nell'arena politica dei gilet jeunet".
Cambiamo argomento. Come valuta le decisioni del governo Conte su Banca Carige? Le critiche dell'opposizione che si stanno sollevando è che alla fine anche il governo M5S-Lega è dovuto intervenire sul fronte del credito, salvando una banca...
"Il governo Conte non sta facendo le stesse cose che ha fatto il Pd. Le critiche puntano sull'ignoranza presunta, che poi per fortuna non lo è, della gente. I provvedimenti varanti dal governo Renzi con le banche risolute (Banca Etruria,CariFe, Banca Marche e CaRiChieti, ndr) sono ben diversi da quelli che l'esecutivo vorrebbe adottare ora su Carige. Nel 2015 si è precipitosamente fatta una risoluzione a vantaggio dei risparmiatori per evitare che poco più di un mese dopo entrasse in vigore la normativa del bail-in, normativa che avrebbe avuto esiti disastrosi. In primis per i clienti. Ora, non c'è nessun pericolo nei confronti dei clienti. Si tratta di ricapitalizzare e di mettere fine a una situazione che si protrae da ben otto anni. Una situazione ben diversa. Con Mps, invece, sulla base della conversione dei Monti-bond, il governo italiano ha ereditato una situazione dal passato".
Nonostante il governo italiano abbia evitato in Zona Cesarini la procedura d'infrazione europea sui conti pubblici, sul mercato secondario lo spread Btp-Bund resta comunque elevato: oltre 130 punti base sopra i livelli di marzo 2018. Livello che a regime potrebbe costarci oltre quattro miliardi in più di spesa per interessi. Come mai non cala?
"Lo spread sta risentendo del clima d'incertezza che si respira sui mercati finanziari, clima che sta spingendo gli investitori a prediligere beni rifugio come i Bund. Il differenziale Btp-Bund, poi, subisce progressivamente l'effetto della fine del quantitative easing della Bce. Faccio un esempio per far capire quanto sia stata determinante l'azione dell'Eurotower nell'influenzare l'andamento dello spread".
Prego...
"I governi Renzi e Gentiloni hanno goduto del pieno dell'attività della Bce, fase in cui il differenziale Btp-Bund è sceso anche sotto i 100 punti base. Ricordo invece che con Mario Monti, dopo otto mesi di governo, lo spread era tornato a 538 punti, livello molto vicino ai massimi di un anno prima toccati durante il governo Berlusconi. Agli occhi dell'Europa Renzi è stato più bravo di Monti? No, la differenza è stata nell'aver potuto godere degli effetti del Qe della Bce".