Economia
Guerra e gas, i conti piangono. In Italia torna lo spettro della recessione



In caso di stop delle forniture russe il prezzo del gas raddoppierebbe nel prossimo inverno. Due possibili scenari avversi
Guerra Russia Ucraina, senza gas disoccupazione e inflazione alle stelle
La guerra in Ucraina sta avendo forti ripercussioni sulle economie mondiali. Anche per l'Italia la situazione è complicata e si è scoperto chiaramente ieri, con la presentazione da parte del governo del Def. Gli scenari per il nostro Paese - si legge su Repubblica - oscillano tra una possibile recessione tecnica e il ritorno al non invidiabile passato della crescita allo zero virgola. Il primo caso è meno drammatico del secondo, perché ci consentirebbe di chiudere con un Pil tutto sommato buono, seppur dimezzato rispetto al 2021: sempre che la guerra in Ucraina non duri a lungo e ci sia il rimbalzo nella seconda metà dell’anno. Nell’altro caso, legato all’ipotesi di uno stop Ue al gas russo, si aprirebbe invece un sentiero di preoccupante stagnazione.
Discorso ben diverso - prosegue Repubblica - se l’Italia, in seguito a decisioni comunitarie, chiudesse il rubinetto del gas che riceve da Mosca da fine aprile a tutto il 2023. Qui il governo prevede due scenari. Il primo, meno drammatico, di diversificazione quasi totale e quindi di sostituzione, anche grazie al coordinamento europeo, di buona parte del gas russo da altre fonti. Il prezzo del gas raddoppierebbe dai 100 euro a megawattora ai 200 euro tra novembre 2022 e febbraio 2023, quello dell’elettricità da 250 a 379 euro. Ma esiste anche la possibilità di non riuscire nell'operazione di diversificazione delle forniture di gas e questo significherebbe Italia in recessione in tutto il 2022. L’occupazione crollerebbe di 2,5 punti in due anni e l’inflazione schizzerebbe di 4,2 punti. Nel solo 2022 i prezzi salirebbero del 7,6%.