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Economia
Guerra Ucraina, il mondo perde il 5% del pil. Italia a rischio stagflazione

Guerra in Ucraina, l'impatto del conflitto sull'economia mondiale

La guerra in Ucraina può avere conseguenze serissime sull'economia dell'Italia, dell'Europa e in generale del mondo. Come riporta Repubblica, "ciò è già evidente nei dati pubblicati dall’Fmi durante i vertici di primavera, secondo cui le previsioni per la crescita mondiale nel 2022 sono state abbassate dal 4,4% al 3,6%, in netto calo rispetto al 6,1% del 2021. Germania e Italia scenderanno dal 3,8% al 2,1 e 2,3%, ma la crescita di Roma è già negativa e lo scenario peggiore illustrato a Repubblica dal direttore del Fondo per l’Europa Alfred Kammer prevede uno shock globale con calo del Pil del 3% per il continente. Questo perché siamo esposti alla crisi energetica, importando il 40% del gas e il 27% del petrolio dalla Russia sanzionata".

Repubblica passa poi in rassegna le principali economie: "Gli Usa sono più riparati perché sono i primi produttori mondiali di energia, e dovrebbero scendere dal 4 al 3,7%. Eppure il loro pil è già diminuito dell’1,4% nel primo trimestre dell’anno, perché risentono della debolezza dei partner commerciali, soffrono gli imbuti della supply chain, è hanno l’inflazione all’8,5%. Goldman Sachs stima che in America c’è il 15% di probabilità di recessione nei prossimi 12 mesi, e 35% nei prossimi 24".

Passando all'Asia, prosegue Repubblica, "in Cina la crescita è destinata a scendere dal 5,5% al 4,4%, se sarà fortunata, perché la nuova esplosione del Covid rischia di costarle più della scelleratezza di Putin. . L’economia russa perderà l’8,5% e quella ucraina il 35%. L’emergenza però riguarda tutti. Secondo l’Fmi l’inflazione provocata dal rincaro di energia e commodities salirà al 5,7% nelle economie avanzate, e 8,7% in quelle emergenti. La Banca Mondiale prevede il peggior shock dell’ultimo mezzo secolo nei prezzi di beni come gli alimentari, perché prima della guerra Ucraina e Russia esportavano il 28,9% del grano mondiale, il cui costo è già salito del 42,7% perché ora manca".

Guerra in Ucraina, l'Italia è a rischio stagflazione. Confindustria chiede a Draghi 16 miliardi

Sempre secondo Repubblica, l'Italia è a forte rischio stagflazione. "Dopo un anno di forte ripresa, Covid e conflitto riportano il nostro Paese in negativo L’inflazione si propaga ai beni di consumo, mentre il caro energia soffoca le imprese". Così tanto che il mini taglio del cuneo fiscale previsto dal governo Draghi, come spiega il Messaggero, non basta a Confindustria. Anche perché sul tavolo ci sarebbero solo 800 milioni per ridurre i contributi, mentre secondo gli industriali servirebbero addirittura 16 miliardi.

Andrea Orlando, ministro del Lavoro, dice intervistato da La Stampa che "si arriverà a uno scostamento" perché  "è il momento di alzare i salari". E prosegue: “Un pezzo di mondo del lavoro non ce la fa più, la povertà rischia di dilagare nessun ricatto a Confindustria, ma una parte dei sostegni deve andare agli stipendi”.

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